Singapore – Coltre nera sulla città dei leoni

In by Simone

Cenere e smog prodotti dagli incendi a Sumatra hanno avvolto la città-Stato e deteriorato la qualità dell’aria. Il governo singaporiano fa pressioni sull’Indonesia per trovare una soluzione.  L’attenzione è tutta sulle grandi piantagioni e l’opera di deforestazione. La qualità dell’aria a Singapore è ai livelli peggiori degli ultimi 16 anni. La colpa è della cenere e del fumo prodotti dagli incendi che stanno devastando le foreste a Sumatra, propagando la coltre nera dall’Indonesia alla città-Stato e in Malaysia.

All’una del pomeriggio ora locale l’indice standard sull’inquinamento ha toccato quota 371, aggravando il deterioramento della qualità dell’aria che con un livello superiore ai 300 punti è considerata pericolosa.

Per trovare picchi di questo genere occorre tornare indietro con la memoria al 1997, quando l’indice raggiunse i 226 punti e gli incendi in Indonesia ebbero ripercussioni sui trasporti marittimi e aerei nel sudest asiatico. Di oggi è l’annuncio del primo ministro, Lee Hsien Loong, della decisione del governo di sostenere finanziariamente chi dovesse ricorrere cure mediche dovute all’esposizione all’inquinamento.

Scuole chiuse invece nel sud della Malaysia, mentre non sembra risentire della situazione la capitale Kuala Lumpur. In almeno tre Stati malaysiani separati da Sumatra soltanto dalla stretto di Malacca, i fuochi all’aperto sono stati però vietati e la pena per i trasgressori può arrivare fino a cinque anni di carcere.

I due governi sono in contatto per trovare una soluzione. L’esecutivo della città-Stato sta intanto facendo pressioni su Jakarta affinché prenda misure urgenti per fermare gli incendi. “Nessun Paese o azienda ha il diritto di inquinare l’aria a spese della salute e del benessere dei singaporiani”, ha scritto su Facebook il ministro per le Risorse idriche e l’Ambiente, Vivian Balakrishnan.

Di suo il governo indonesiano ha replicato con Agung Laksono, coordinatore per l’emergenza, che ha accusato i politici della città dei leoni di comportarsi come bambini. Dall’Indonesia si sottolinea inoltre come nella vicenda abbiano un ruolo anche società singaporiane.

Sappiamo che sono coinvolti investitori che arrivano da Singapore”, ha detto citato dall’agenzia Reuters un alto funzionario del ministero per le Foreste. Dalla città-Stato chiedono allora di vedere le mappe per le concessioni terriere così da poter colpire le aziende coinvolte.

La deforestazione in corso in Indonesia è alla base di quanto sta succedendo. Il governo indonesiano ha lanciato campagne di sensibilizzazione per esortare ad abbandonare il metodo del taglia e brucia per creare nuovi terreni agricoli. In particolare si guarda all’industria dell’olio di palma.

Come scrive il Wall Street Journal, diversi studiosi hanno rilevato come il grosso degli incendi avvenga nelle aree in cui sorgono le piantagioni. L’Indonesia è il principale produttore di olio di palma, usato dai detersivi fino agli spaghetti istantanei. Il Paese è inoltre uno delle maggiori fonti di gomma e legname per la carta.

Corruzione, collusione e debolezza governativa, scrive il Finacial Times, sono un freno nella lotta contro la deforestazione. Il quotidiano londinese evidenzia i limiti dei governi locali, cui spetta far applicare le norme. Con la decentralizzazione che seguì la caduta del regime di Suharto nel 1998 iniziò un circolo vizioso in cui i politici locali divennero dipendenti dal sostegno finanziario di proprietari terrieri e colossi delle piantagioni.

[Foto credit: straitstimes.com]