Mentre il numero dei morti sale a oltre 700 e il premier Wen Jiabao è giusto nelle zone scosse dal terremoto, proponiamo una scheda della regione colpita dal sisma.
L’epicentro della forte scossa di terremoto che ha colpito la Cina la mattina del 14 aprile è stata registrata nelle vicinanze della città tibetana di Kyegundo, nella prefettura autonoma omonima (cinese: Yùshù) della provincia del Qīnghăi.
Il Qīnghăi è confinante a Sud-Sud Ovest con la Regione Autonoma Tibetana (RAT), ad Est con le province del Gānsù e del Sìchuān e a Nord-Nord Ovest con la provincia a maggioranza uighura del Xīnjiāng. L’attuale divisione amministrativa ha fatto seguito all’istituzione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949.
L’area sconvolta dal terremoto è parte della vasta regione comunemente denominata Amdo (cinese: Ānduō), una delle tre zone, assieme al Kham e al Tibet centrale, che compongono il Tibet etnico. Questa suddivisione ha un fondamento principalmente culturale, sebbene storicamente si sia manifestata anche in una generale frammentazione del potere politico dell’altopiano tibetano.
In passato l’Amdo si contraddistinse per un’impostazione tribale della società, divisa in diverse unità caratterizzate da un forte particolarismo. Dal XIII secolo la regione si aprì alla presenza mongola, la cui egemonia politica riemerse più volte prima della completa fusione nell’impero cinese durante il XVIII secolo. Malgrado l’inclusione nei confini imperiali e la crescente egemonia dei musulmani cinesi nella regione, i capi locali amdowa mantennero una marcata autonomia politica locale fino alla caduta dell’impero .
Con l’istituzione della Repubblica Popolare Cinese, la forte integrazione politica, economica e sociale rese la regione uno dei centri della resistenza armata tibetana, prima che la guerriglia spostasse il suo centro nel Tibet centrale alla fine degli anni Cinquanta. Nel corso dei secoli la regione è andata incontro ad una crescente diversificazione del tessuto etnico, che oggi la rende una delle province più variegate della Cina. La maggioranza della popolazione resta tuttavia concentrata nel Nord-Est, predominantemente agricolo. Dal punto di vista storico-culturale in Amdo sorsero due dei più fiorenti centri religiosi buddhisti, ovvero i due monasteri di Labrang (oggi nella provincia Gānsù) e di Kumbum.
L’Amdo conta una densità di popolazione molto bassa per via delle dure condizioni ambientali. Questo fattore, unito all’intensificazione del processo di desertificazione, ha rappresentato fino ad oggi il principale ostacolo per un reale sviluppo economico. Le attività tradizionali degli abitanti sono l’agricoltura e la pastorizia, malgrado la prima sia praticabile quasi esclusivamente nella parte orientale del territorio. Negli ultimi decenni il nome dell’Amdo è stato al centro di due delle principali polemiche connesse alla questione tibetana, in virtù dei fenomeni di urbanizzazione forzata delle aree nomadi e dei delicati equilibri ambientali, minacciati dalle attività di smaltimento di rifiuti nucleari della Repubblica Popolare Cinese.
[foto Xinhua]