Il viaggio di Xi, le spese della difesa, i privati e l’economia, lo scandalo legato al mondo del calcio. Come ogni settimana, i fatti salienti della Cina attraverso i media locali, accompagnati dalla vignetta di Crazy Crab e la foto di Zaijietou
Ritorno al futuro
(Wang Lijun in fuga per chiedere asilo politico agli Stati Uniti)
Sull’aereo si legge: Modello Chongqing
Lunedì 13 febbraio: il viaggio di Xi
Il 13 febbraio inizia il viaggio americano di Xi Jinping, candidato a essere il prossimo leader della Repubblica Popolare Cinese. Non potrà strafare, perché non ancora al top della nomenklatura, ma il suo incontro con Obama – a San Valentino – chiarirà il suo approccio su questioni legate al commercio, alla situazione internazionale e a quella specifica dei rapporti tra le due super potenze. Un viaggio diplomatico, condito da venature da amarcord. Perché Xi Jinping andrà anche in Iowa dove incontrerà i suoi vecchi amici americani, che lo avevano ospitato durante un suo viaggio negli Usa nel 1985.
Martedì 14 febbraio: la tv e le nuove regole
La State Administration of Radio Film and Television (Sarft) in Cina ha deciso: i canali cinesi “non possono trasmettere serie tv importate durante la prima serata – 19:30-10:00 – e il tempo totale di esecuzione di spettacoli importati non deve superare il 25% del tempo dedicato alle serie tv nello stesso giorno”. Tempo fa Hu Jintao aveva chiarito come fosse necessario riportare il Partito e la cultura cinese al centro dell’attenzione. I solerti funzionari hanno immediatamente agito: prima eliminando i programmi ritenuti “futili” e ora tocca alle fiction prodotte all’estero. Il nazionalismo cinese, e la necessità di preservare calma sociale nell’anno del cambiamento politico, passa – soprattutto – attraverso la televisione. E le fiction che giungono dal mondo capitalista devono influenzare la mentalità cinese, o meglio non devono “inquinare” lo spirito dei telespettatori della Terra di Mezzo.
Mercoledì 15 febbraio: raddoppia il budget per la difesa
La Cina raddoppierà il proprio budget per la difesa entro il 2015. È quanto si legge nell’ultimo rapporto del centro studi IHS Jane’s, specializzato in tematiche sulla sicurezza. Entro tre anni Pechino arriverà a spendere 238 miliardi di dollari superando i budget di tutti gli altri Paesi della regione messi assieme, che si attestano intorno ai 232 miliardi. Per dare una proporzione basti pensare che il bilancio cinese sarà quattro volte superiore a quello del Giappone, il secondo più consistente dell’area. Previsioni diffuse nel giorno in cui il vicepresidente cinese, Xi Jinping incontrerà a Washington il presidente Barack Obama. Un appuntamento di San Valentino con cui l’amministrazione statunitense vuole capire chi sia realmente il politico che in autunno, salvo improbabili sorprese, prenderà le redini della Repubblica popolare. Tolti gli abiti da futuro capo di Stato e indossati quelli da vicepresidente della Commissione militare centrale, Xi avrà in agenda anche una visita al Pentagono, accompagnato dal segretario alla Difesa, Leon Panetta.
Giovedì 16 febbraio: il capitale e i privati
In suo favore era insorto il web, ma non solo: in molti avevano preso le difese di Wu Ying. Accusata di strozzinaggio e gestione illegale di fondi privati, la donna in realtà rappresenta l’acme di un problema che si è acuito in modo forte nel 2011. La Cina, da Pechino, ha deciso una stretta creditizia, impedendo alle banche di finanziare le piccole e medie imprese. Questo ha comportato per gli imprenditori una mancanza di liquidità per gestire l’innovazione e contrastare il calo degli ordini dall’estero, a causa della crisi economica che ha investito l’Occidente. Per questo molti dei piccoli e medi imprenditori hanno fatto riferimento a canali sotterranei di credito, gestiti da privati e denominati “banche ombra”. Interessi altissimi, anche del 180% hanno gettato ben presto sul lastrico molte aziende, e reso scomoda la posizione di chi prestava denaro: una pratica molto comune in Cina, che di fatto sopperisce la mancanza di un flusso di denaro dai canali ufficiali.
Venerdì 17 febbraio: il calcio cinese all’aria
Quattro tra gli arbitri di calcio più importanti della Cina sono finiti in carcere, nell’ambito di un’inchiesta sugli scandali del football locale, che sembra non avere confini. Si tratta di indagini partite nel 2009 e arrivate in questi giorni alle prime sentenze.
Il tribunale intermedio del popolo di Dandong, provincia di Liaoning ha condannato a cinque anni e mezzo di reclusione l’arbitro Lu Jun (Coppa del Mondo 2002 e le Olimpiadi di Sydney), per aver preso un totale di 810.000 yuan (128,540 dollari) in tangenti e per aver “taroccato” sette partite tra il 1999 e il 2003.
La foto della rassegna stampa è tratta dal Carattere Cinese "Zai Jie tou", vitale photoblog, progetto-contenitore di sessanta fotografi di diverse parti della Cina. É uno spazio condiviso e condivisibile, dove i fotografi, più o meno professionisti, si pubblicano e si confrontano. Lo abbiamo scelto perché offre una varietà unica di punti di vista su quello che succede giornalmente in questo paese. Rappresenta così in modo diretto i gesti, gli sguardi, i giochi e gli oggetti che suscitano scenari e racconti individuali in una strada della Cina: qui la scheda, qui le foto.