Rassegna settimanale della stampa cinese

In by Simone

Con gli ormai consueti compagni di viaggio del sabato, Crazy Crab e Za Jie tou, una nuova settimana di notizie dei media cinesi e approfondimenti di China Files. Giorno dopo giorno, gli eventi salienti della settimana in Cina.

Crazy Crab – la striscia della settimana –

L’ufficio fiscale contro Ai Weiwei esige il pagamento di 15 milioni di yuan per tasse arretrate. (sul cartello della gabbia è scritto Cao changdi, distretto artistico dove ha sede il Fake Design studio dell’artista)

Lunedì 31 ottobre: contadini infelici

Un recente sondaggio proposto dal pechinese Outlook Magazine ha rivelato che il 70% degli agricoltori cinesi sarebbe “infelice”: le cause principali dell’infelicità della popolazione rurale cinese sarebbero da riscontrare nelle requisizioni forzate delle terre e nella più generale situazione di rallentamento economico. Alla luce dei tanti “incidenti di massa”; ovvero proteste popolari che sfociano in violenze, l’università di Economia agraria e rurale di Pechino che ha condotto il sondaggio avverte: la situazione delle popolazioni rurali può diventare esplosiva.

Martedì 1 novembre: miliardari in fuga

Sono tanti, in crescita, richiesti da tutti: i miliardari cinesi sono ambiti in ogni parte del mondo, unici a potersi ormai permetter spese folli e vizi di ogni sorta. Per la Cina sono un fiore all’occhiello e anche un piccolo problema: secondo un recente sondaggio – riportato dai media locali – la metà di loro, infatti, starebbe prendendo in considerazione di trasferirsi all’estero. Le ragioni: il peggioramento delle condizioni sociali e le difficoltà a portare avanti imprese private. Il 14% degli intervistati, cinesi con un patrimonio superiore al milione di euro, si sarebbe già trasferito all’estero. E chi non si è ancora trasferito fisicamente, fa di tutto per spostare capitali. Hong Kong, Canada e Australia le mete predilette dei miliardari cinesi che se ne vogliono andare dal Regno di Mezzo.

Mercoledì 2 novembre: il salasso ad Ai Weiwei

Anche questa volta le novità da Ai Weiwei sono arrivate via Twitter: nella mattina di ieri l’artista e attivista cinese ha comunicato di aver ricevuto la richiesta del pagamento di tasse da parte dello stato cinese: 15 milioni di yuan, ovvero oltre un milione di euro. La notizia è girata su internet e oggi il South China Morning Post è l’unico giornale ad occuparsi del caso, raccogliendo le voci di Ai Weiwei e del suo avvocato. L’artista è stato netto: “se si tratta di tasse le pago, se si tratta di una ripicca per le mie attività e proteste, non pagherò”. Il noto artista e attivista cinese era stato arrestato e tenuto in custodia per tre mesi circa. Fermato mentre partiva per Hong Kong, venne poi accusato di generici reati economici, tra cui l’evasione fiscale. Ieri è arrivato il conto della giustizia cinese.

Giovedì 3 novembre: Wen Jiabao e la Rivoluzione culturale

Il premier Wen Jiabao ha detto che la sua famiglia era "sotto attacco costante" nelle campagne maoiste che sconvolsero il paese durante la Rivoluzione culturale. Una rara confidenza sul suo passato mentre si prepara a lasciare l’incarico. I leader cinesi parlano raramente del loro passato. Ma il premier si è aperto a studenti e insegnanti della Scuola superiore Nankai di Tianjin dicendo che il suo padre era stato respinto come insegnante e mandato aallevare maiali.  La notizia è stata pubblicata solo ieri dal China Education News.  "Dopo aver frequentato l’università, la mia famiglia ha subito continui attacchi nelle campagne politiche. Mio nonno è morto di emorragia cerebrale nel 1960. L’ho portato io in ospedale. La scuola in cui ha insegnato ha conservato la documentazione su di lui, fogli riempiti solo da autocritiche, scritti in caratteri piccoli e chiari", ha detto il premier in visita  Scuola superiore Nankai, la sua alma maternel porto a nord della città di Tianjin, vicino Pechino. Wen, 69 anni, si è distinto tra i leader del Partito comunista come il più convinto promotore di unrilassamento del controllo politico – scrive il South China Morning Post – e, forse, questa sua esternazione pubblica aiuta a spiegare il perché.

Venerdì 4 novembre: l’aria di Pechino e la casta cinese

In Cina molti si sono chiesti come i leader del Partito Comunista stiano fronteggiando il problema dello smog e dell’inquinamento in una Pechino sempre più grigia nelle ultime settimane e – secondo i dati – mai così inquinata come dai tempi che avevano anticipato le Olimpiadi del 2008. La scoperta dei metodi utilizzati dai leader cinesi per risolvere la questione, hanno creato prima stupore e poi rabbia, specie tra le vie del web cinese: anziché provare a risolvere il problema per tutti i cittadini, i capi del paese si sono dotati di un numero impressionante di depuratori d’aria presso le loro abitazioni raccolte nel quartier generale di Zhongnanhai: per la prima volta, ha scritto il South China Morning Post, “i segreti della qualità dell’aria negli edifici governativi di prestigio sono stati resi pubblici”.

La foto della rassegna stampa è tratta dal Carattere Cinese "Zai Jie tou", vitale photoblog, progetto-contenitore di sessanta fotografi di diverse parti della Cina. É uno spazio condiviso e condivisibile, dove i fotografi, più o meno professionisti, si pubblicano e si confrontano. Lo abbiamo scelto perché offre una varietà unica di punti di vista su quello che succede giornalmente in questo paese. Rappresenta così in modo diretto i gesti, gli sguardi, i giochi e gli oggetti che suscitano scenari e racconti individuali in una strada della Cina: qui la scheda, qui le foto.