Rassegna settimanale dei media cinesi

In by Simone

G20, le vicende di Bo Xilai e l’eterna lotta – ormai – tra Ai Weiwei e il governo cinese cui è dedicata la consueta striscia di Crazy Cab del sabato su China Files. Una settimana di fatti ed eventi cinesi

Ai Weiwei in tribunale
Giudice: Fa ke…Fa ke…Fa…ke
Ai Weiwei: Fa ke…FUCK!
In tribunale tra le due parti si aprono concitate argomentazioni…

Lunedì 18 Giugno: Hu Jintao al G20

Crescita e riforma del Fmi Alla vigilia del G20 il Presidente cinese ha affrontato il tema della crescita economica minacciata dalla crisi europea. Ha anche toccato il tema caldo del sistema di voto del Fmi, dove i paesi emergenti chiedono più potere. Una riforma è già in corso, ma ridistribuire i voti potrebbe essere difficile.

Martedì 19 giugno: È una Cina spaziale

L’equipaggio della Shenzhou-9 è giunto a bordo del laboratorio orbitante Tiangong-1. È un altro passo verso il lancio di una stazione spaziale. Fra loro anche la prima donna cinese nello spazio. Secondo i media è una vittoria per la modernizzazione del paese, ma il vero test sarà l’attracco manuale.

Mercoledì 20 giugno: Ci sono una cinese, un inglese e un francese…

La polizia cambogiana ha arrestato Patrick Devillers, l’architetto francese che avrebbe avuto una storia con la moglie di Bo Xilai. I due erano partner in affari. La notizia è arrivata dopo la visita di un alto funzionario cinese. Pechino vuole l’estradizione.

Giovedì 21 giugno: Ai Weiwei, ancora lui

All’artista dissidente Ai Weiwei è stato impedito di presenziare al processo nel quale la sua azienda contesterà la multa subita per evasione fiscale. L’avvocato dell’attivista, Liu Xiaoyuan, è irraggiungibile da martedì, quando sembra abbia incontrato gli agenti per la sicurezza dello Stato

Venerdì 22 giugno: l’esercito trasparente

Per combattere la corruzione dilagante, i vertici militari hanno approvato un emendamento secondo il quale gli alti ufficiali delle forze armate dovranno rendere noti i propri patrimoni alle autorità di controllo. Lo ha voluto Hu Jintao: buone intenzioni, o mossa politica?