Rassegna settimanale dei media cinesi

In by Gabriele Battaglia

La questione dell’inquinamento dei fiumi, la censura online e la cyber-guerra con gli Usa hanno aperto la settimana. Giovedì si è tornato a parlare di Bo Xilai e venerdì è stato il turno di Xi Jinping, da 100 giorni alla guida del Pcc. Come ogni settimana la vignetta di Crazy Crab e la foto di Zaijietou. Buon weekend da China Files.

Lunedì 18 febbraio: Come stanno i fiumi della tua città?
È la campagna lanciata su Weibo da Dong Fei, giornalista del settimanale Phoenix. L’idea è quella di condividere attraverso la Rete informazioni sullo stato dei corsi d’acqua cinesi e fare pressione sulle autorità. Laddove non arriva la libera informazione, è ancora Internet la piazza dell’"opinione pubblica" cinese.

Martedì 19 febbraio: Kai-Fu Lee contro l’"armonizzazione" del web
Forte del suo milione di follower, Kai-Fu Lee, ex presidente di Google China, continua a criticare la censura online. Lo fa da Twitter, e non più sui social network cinesi, su cui non gli è più possibile twittare. Eppure, qui Kai di follower ne ha 30 milioni. Un’audience da tv o radio locale, che ha spaventato Pechino.

Mercoledì 20 febbraio: Cyber-attacchi: una difesa che non convince
Il rapporto della Mandiant, una società di sicurezza informatica Usa incastra il governo cinese: i recenti attacchi ai siti di aziende, agenzie governative e caselle di posta elettronica negli Stati Uniti proverrebbero da un’Unità dell’esercito cinese. Da Oltre Muraglia, però, le autorità si difendono: "siamo noi le vere vittime".

Giovedì 21 febbraio: Bo Xilai in sciopero della fame
Bo Xilai si rifiuterebbe di collaborare con gli investigatori cinesi e sarebbe entrato più volte in sciopero della fame, finendo anche ricoverato in un ospedale di Pechino. Così dicono alcune fonti alla Reuters. Bo Xilai, l’ex "Nuovo Mao" della Cina, continua a stupire.

Venerdì 22 febbraio: Pechino, l’officina della post-democrazia
Cento giorni dall’insediamento di Xi Jinping alla guida del Partito comunista cinese. La Cina continuerà sulla strada delle riforme e fin qui ci sono stati segnali confortanti. Tanto che tra i "China watchers" c’è chi crede che il Pcc non sia in crisi. E anzi sostiene che sotto la nuova guida si realizzerà il "sogno cinese".