Rassegna settimanale dei media cinesi

In by Gabriele Battaglia

Sono ancora corruzione e inquinamento a dominare le pagine dei giornali di Oltre Muraglia. Poi, il rischio di default per le amministrazioni locali, la morte del dissidente Xu Liangyin e il dibattito sui matrimoni gay. E come ogni sabato, la foto di Zaijietou e la vignetta di Crazy Crab. Buon weekend da China Files.

Lunedì 28 gennaio: Sesso, corruzione e videotape

Colpiremo sia le mosche che le tigri, aveva detto Xi Jinping per rassicurare la popolazione sul fatto che la sua campagna contro la corruzione non avrebbe guardato in faccia nessuno. Eppure, mentre cadono la prime teste, i giornalisti che le denunciano incorrono nei soliti problemi con la polizia e la censura.

Martedì 29 gennaio: Da censore a dissidente. In memoria di Xu Liangyi
E’ morto all’età di 92 anni Xu Liangyin, scienziato, avvocato e dissidente cinese. Dopo una vita nel partito comunista, da censore divenne dissidente. Dopo aver collaborato all’atomica cinese, lavorato per il Partito censurando opere scientifiche, tradusse Einstein e divenne ispiratore delle proteste di piazza Tian’anmen.

Mercoledì 30 gennaio: Una legge antismog per la capitale
Una legge antismog. È quanto vuole fare Pan Shiyi, noto palazzinaro pechinese e membro del congresso del popolo locale, dopo aver fatto un sondaggio tra i suoi “follower” (14 milioni) su Weibo. Il che ci dice almeno due cose: che l’aria della capitale è sempre più irrespirabile e che in Cina la democrazia si esercita in Rete.

Giovedì 31 gennaio: Rischio debito pubblico
Il peso del debito di alcune regioni cinesi sta diventando "preoccupante": le entrate fiscali diminuiscono e i prestiti bancari si fanno sempre più difficili. Oggi il South China Morning Post riprende l’allarme lanciato nei giorni scorsi da varie agenzie di rating.

Venerdì 1 febbraio: Matrimoni gay 2.0
Ieri a Pechino, due gay, due "vecchietti innamorati", si sono sposati in un ristorante, postando il video dell’evento su internet. L’evento ha attirato l’attenzione dei media nazionali.. Ancora una volta, in un paese in cui l’omosessualità è legale da poco più di 10 anni, è la Rete a ospitare il dibattito sui diritti civili.