La reazione cinese al recente test nucleare di Pyongyang. I tentativi di Netflix di entrare nel mercat o cinese. Dalian Wanda acquista una casa di produzione di Hollywood. Le decisioni dell’Unione europea sullo status di economia di mercato per la Cina. L’arresto di un attivista svedese per i diritti umani. Con la consueta copertina di Zaijietou.
Lunedì 11 gennaio – La Cina sta per scaricare Kim Jong Un? di Simone Pieranni
La Cina deve appoggiare sanzioni più severe nei confronti della Corea del Nord, ha detto oggi il segretario di Stato John Kerry. Kerry non ha specificato il tipo di sanzioni sulle quali si chiede l’appoggio della Cina, ma alcune fonti dell’amministrazione Obama hanno riferito di diverse misure allo studio tra gli Usa e gli altri membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. È giunto il momento in cui la Cina potrebbe cambiare il suo atteggiamento nei riguardi di Pyongyang?
Martedì 12 gennaio – Netflix cerca un varco nella Muraglia di Marco Zappa
Mentre la crescita dello streaming online rallenta negli Stati Uniti, Netflix, il leader mondiale del servizio di tv on demand via Internet, si espande nel mondo. Ovunque, tranne che nel mercato più ambito: la Cina.
Mercoledì 13 gennaio – China goes to Hollywood: le ombre del gruppo Dalian Wanda di Matteo Miavaldi
Il conglomerato guidato dall’uomo più ricco della Repubblica popolare, Wang Jianlin, si è comprato la Legendary Entertainment, casa di produzione statunitense specializzata in film d’azione e supereroi. Dalian Wanda, ora con un piede dentro Hollywood, deve ancora rispondere delle accuse di affari poco limipidi tra mr. Wang e i potenti del Partito di Pechino mosse dal New York Times.
Giovedì 14 gennaio – Pechino «economia di mercato»? L’Ue è divisa di Simone Pieranni
Iniziano i negoziati con gli Stati membri per determinare o meno lo status di «economia di mercato» di Pechino. Dopo 15 anni dall’ingresso nel Wto al via la discussione nell’Unione. Il Pcc è certo di ottenere un successo, mentre l’Ue è divisa. Italia compatta e contraria.
Venerdì 15 gennaio – Pechino ha arrestato un attivista svedese di Simone Pieranni
Peter Dahlin, svedese di 35 anni, sarebbe scomparso la notte del 3 gennaio, «mentre era sulla sua strada per l’aeroporto internazionale di Pechino, da dove aveva programmato di volare in Thailandia». Si tratta del primo straniero che rimane intrappolato dalla macchina repressiva cinese.