La repressione delle forze speciali indiane in Kashmir, l’estremismo hindu a difesa della mucca, i nodi della possibile abdicazione dell’imperatore giapponese, le proteste dalit in India e un reportage dall’Iran. Buone letture per il weekend. Lunedì, 18 luglio: Estremismo hindu a «difesa della mucca»
Succede in Haryana, stato confinante con New Delhi. I malcapitati erano considerati colpevoli di trasporto illegale di 700 chilogrammi dell’animale considerato intoccabile dagli induisti più radicali. Un video apparso online qualche giorno fa – tolto dalle autorità – mostra gli uomini col viso gonfio e rivoli di sangue ai lati della bocca. L’azione è stata rivendicata dal Gruppo per la protezione della mucca. Entrambi gli aggrediti rischiano fino a 10 anni di carcere.
Martedì, 19 luglio: Per l’abdicazione di Akihito serve una riforma «storica»
L’imperatore del Giappone Akihito sarebbe intenzionato ad abdicare, secondo quanto da giorni ripetono i media giapponesi. Al momento non ci sono conferme ufficiali sulle volontà del sovrano, che a 82 anni, vorrebbe svestire i panni di «simbolo della nazione».
Martedì, 19 luglio: Le forze speciali in Kashmir uccidono e rendono ciechi i manifestanti
La settimana di proteste nella valle del Kashmir ha riportato in superficie il tema dei metodi di repressione del dissenso adottati dalle forze speciali indiane nello stato, in particolare l’utilizzo delle «pellet gun»: armi da fuoco che sparano centinaia di micro-proiettili secondo il governo «non letali», ma che, denunciano i medici, riducono spesso le vittime alla cecità.
Mercoledì, 20 luglio: Conversazione a Esfahan
Qual è il luogo confine tra «noi» e «loro»? Appunti di viaggio in Iran, dove Oriente, Occidente, religioni e culture si incontrano, si mescolano, si contraddicono: dalla civiltà dell’acqua, alla concezione di Dio (o della sua assenza).
Mercoledì, 20 luglio: La strategia di Tokyo in Bangladesh dopo Gulshan
L’attacco terroristico alla Holey Artisan Bakery di Gulshan, quartiere diplomatico di Dhaka, ha richiamato l’attenzione del mondo sul Bangladesh, come non accadeva dai tempi della tragedia del Rana Plaza. Anche in Giappone, il paese più colpito dopo l’Italia in termini di vittime, c’è una rinnovata attenzione nei confronti del paese del subcontinente e, in generale, per la politica estera di Tokyo.
Giovedì, 21 luglio: Dalit protestano in Gujarat contro l’estremismo hindu
Dopo le proteste in Kashmir, ora anche la polveriera del Gujarat si riaccende portando migliaia di persone per le strade, in risposta all’ennesimo episodio di violenza di matrice castale perpetrato da un gruppo di estremisti hindu contro una famiglia dalit, colta in flagrante mentre scuoiavano la carcassa di una mucca. Operazione «impura» che, secondo i precetti hindu, toccherebbe proprio agli ultimi tra gli ultimi del sistema castale indiano.
Venerdì, 22 luglio: L’irrespirabile sviluppo dell’Indian Dream
Negli anni, purtroppo quasi sempre a sproposito, si è parlato e sproloquiato di testa a testa tra i giganti d’Asia: Cina e India protagoniste dell’economia del nuovo millennio, «il secolo asiatico», due stati-continente espressione di due modelli antitetici di gestione della Cosa pubblica in lotta per la supremazia mondiale. Ma se per quanto riguarda la potenza economica Pechino e New Delhi hanno sempre gareggiato – e gareggiano tuttora – in campionati separati (le superpotenze mondiali la prima, i «wannabe» miracoli economici la seconda, anche a parità di crescita del Pil), nell’infame competizione dell’inquinamento atmosferico la capitale indiana, suo malgrado, lo scorso anno è stata capace di salire agli onori della cronaca globale.