Le proteste contro le politiche del premier nipponico Abe su nucleare e difesa. La cultura vip in India, con relative discriminazioni. La successione al vertice Samsung. Le politiche sanitarie indiane e il rapporti tra Delhi e Israele. Buona lettura e buon weekend. Lunedì, 6 luglio: Giappone – Giovani in piazza contro il governo Abe
Una pioggia battente ha accompagnato le manifestazioni del venerdì contro le politiche del governo giapponese in materia di difesa e nucleare. Centinaia di persone (tra le 2 e 3mila, secondo gli organizzatori) si sono radunate sotto la Dieta per dire il proprio no al governo guidato da Shinzo Abe.
Martedì, 7 luglio: India – Vip Culture e discriminazioni di classe
La scorsa settimana la cronaca indiana ci ha regalato un nuovo episodio di "Vip culture", ovvero politici, sportivi e attori del subcontinente che godono di trattamenti di favore a discapito della collettività. Questa volta con la partecipazione di Air India, che ha lasciato a terra una famiglia di tre persone per far spazio a due ministri del governo federale e un loro collaboratore. L’opinione pubblica non l’ha presa molto bene.
Mercoledì, 8 luglio: Corea del Sud – Jay Lee, la Mers e il futuro di Samsung
Qualche anno fa sarebbe toccato al padre, il 73enne Lee Kun-hee, chiedere scusa per la malagestione dell’emergenza Mers nel Samsung Medical Center, ospedale fiore all’occhiello di Seul. E invece è toccato a lui, Lee Jae-yong, 47 anni, già vicepresidente della Samsung Electronics. Per molti è stato un chiaro segno che l’avvicendamento al vertice del primo gruppo industriale sudcoreano è vicino.
Giovedì, 9 luglio: India – Ridotte del 30 per cento le defecazioni all’aperto
Secondo le stime governative, oggi in nel Paese più di mezzo miliardo di persone fa i propri bisogni «all’aperto, dietro a un cespuglio, per strada o sui binari del treno». E finché tutti non avranno accesso a strutture igieniche adeguate «la qualità delle risorse idriche sarà compromessa».
Venerdì, 10 luglio: India-Israele, prove tecniche di avvicinamento
L’astensione indiana al voto di una risoluzione Onu che accusava Israele di aver commesso crimini di guerra durante l’ultima offensiva nella striscia di Gaza, segna un cambiamento sostanziale nei rapporti tra New Delhi e Tel Aviv. L’India di Modi è sempre più vicina a Israele.