Bilancio del primo anno al governo di NaMo. Il voto referendario di Osaka e l’uscita di scena di Toru Hashimoto. Pratiche di riconscimento LGBT e uomini contro la società patriarcale in India. L’orrore delle fosse comuni dei migranti in Thailandia e Malaysia. Buona lettura. Lunedì, 25 maggio: India – Un anno di Narendra Modi
Domani, 26 maggio, il governo della National Democratic Alliance (Nda) presieduto da Narendra Modi raggiungerà il traguardo di un anno di mandato. Sarà tempo di bilanci con dati alla mano, e per NaMo non sarà proprio facilissimo, ma a New Delhi hanno un piano.
Martedì, 26 maggio: Giappone – L’uscita di scena di Toru Hashimoto
Il voto sul referendum per la fusione delle amministrazioni della città e della provincia di Osaka lo scorso 17 maggio, da fenomeno locale, hanno avuto una risonanza nazionale. In particolare per i retroscena che qualcuno ha portato alla luce sulla base delle recenti uscite pubbliche dei due protagonisti della storia: il sindaco Toru Hashimoto e il premier Shinzo Abe. Il tutto condito da un’atmosfera da serie tv di (fanta)politica.
Mercoledì, 27 maggio: India – Il primo annuncio matrimoniale gay
Un annuncio matrimoniale pubblicato su un tabloid di Mumbai pochi giorni fa ha proiettato dentro e fuori l’India la battaglia per la legalizzazione dell’omosessualità, che nel paese è ancora tecnicamente reato. Merito di Harish Iyer (e di sua madre), attivista LGBT che ha avuto una trovata assolutamente geniale. Quella di pubblicare un annuncio matrimoniale su una rivista di Mumbai.
Giovedì, 28 maggio: Rohingya – Fosse comuni e l’ombra dei trafficanti
Scoperte decine di fosse comuni tra Malaysia e Thailandia e centinaia di corpi di rohingya e bangladesi vittime della tratta di esseri umani. Le condizioni disperate in cui versa la minoranza musulmana in fuga dal Myanmar stanno guadagnando l’attenzione della comunità internazionale, mentre il Nobel Aung San Suu Kyi, sul tema, ancora tace.
Venerdì, 29 maggio: India – Uomini contro la società patriarcale
Parlando di società patriarcale, diritti delle donne e di identità di gender in India, spesso manca il punto di vista maschile. Ci pensiamo poco, a torto, ma anche tra gli uomini c’è chi non condivide il machismo autoritario della tradizione indiana: alcuni ragazzi di Delhi lo raccontano, in un breve video.