Chi scia negli impianti artificiali attorno a Pechino consuma una quantità d’acqua cinque volte superiore a quella necessaria a un comune abitante della capitale cinese. Il dato emerge da uno studio dell’associazione ambientalista Friends of Nature, la più antica oltre la Muraglia. Nel suo annuale rapporto sullo sviluppo in Cina, l’organizzazione non governativa ha puntato il dito sulla nuova industria del lusso, decisa a trasformare Pechino nella Aspen dell’Asia, nonostante la costante carenza di risorse idriche, aggravata dall’inverno più secco degli ultimi sessant’anni.
“Il problema non è tanto quanta acqua sia necessaria a far funzionare gli impianti, ma se tutto ciò sia sostenibile per una città come Pechino, da sempre assetata”, ha detto il coautore del rapporto Hu Kanping al China Daily. Per la neve artificiale nei 17 impianti attorno alla città occorrono 1 milione di tonnellate d’acqua all’anno. La stessa quantità, ricorda la ricerca di Friends of Nature, potrebbe servire oltre 8.200 famiglie.
E questo mentre nella capitale la carenza d’acqua è ormai stimata in 1,8 miliardi di metri cubi in meno del necessario. “La stampa dovrebbe essere più coscenziosa nel pubblicizzare simili attività”, ha aggiunto Hu, “le persone devono essere informate sui consumi”. Ma non è soltanto una questione di quanta acqua è sprecata negli impianti. L’abbattimento degli alberi per costruire le piste causa l’erosione del suolo e tempeste di sabbia.
Sul piano energetico, è emerso dalla ricerca, gli impianti consumano 500 kWh al giorno. Ossia un terzo di quanto occorre per produrre una tonnellata di alluminio. Un comparto reddittizio e indispensabile, di certo non un divertimento come gli sport invernali, nota il Wall Street Journal: lo scorso anno la Cina ha prodotto 16 milioni di tonnellate di alluminio. Le piste da sci attorno alla capitale sono soltanto l’ultimo bersaglio dell’annuale rapporto di Friends of Earth, giunto alla sua sesta edizione. Il nucleo delle campagne è sempre lo stesso: la carenza di acqua.
Prima della nascente industria del divertimento sulla neve l’associazione ambientalista aveva criticato saune e centri termali, mentre sulla stampa già si discute su chi sarà il prossimo: le quotazioni danno al momento in vantaggio il golf per gli sprechi idrici e di risorse naturali necessari a costruire i green. Anche in quest’ottica, ha scritto il China Daily, le associazioni ambientaliste hanno accolto con favore il piano del governo per gestire le risorse idriche anche con il bolcco di progetti e nuovi business -campi da golf, piscine, saune, impianti da scii- che consumano molta acqua. “Ma bisogna fare di più”, ha concluso Hu.