Sempre più connessi, sempre più mobile, sempre più microblogger. Il nuovo rapporto del China Internet Network Information Center offre ancora una volta numeri giganteschi e rivela tendenze importanti: 564 milioni di internauti di cui 420 che navigano attraverso smartphone. Due sono i dati che tutti i media, cinesi e non, rilanciano. Primo. A fine 2012, gli internet users del Dragone erano 564 milioni (immaginate tutti gli abitanti dell’Unione Europea più la Turchia), per una penetrazione del 42 per cento. Secondo. Sul lato mobile della faccenda, la Cina ha ora 420 milioni di utenti (diciamo tutta la popolazione degli Stati Uniti e del Messico), il che significa che circa il 75 per cento degli internet users lo fa con il telefonino (nel 2011 era il 69 per cento).
È invece demodé il buon vecchio computer. L’accesso al Pc desktop è sceso dal 73,4 per cento del 2011 al 70,6 del 2012. Quanto ai portatili, siamo ormai al 45,9 per cento: gli internet bar – per altro molto più diffusi che in Italia – devono correre ai ripari, osserva China Digital Times.
Li Yonggang, esperto IT della Nanjing University, ha detto al Global Times che “il sorpasso degli utenti Web che utilizzano smartphone rispetto a coloro che usano il computer è un segnale importante. Significa che Internet può essere ovunque. Gli utenti Web saranno in futuro sempre più in grado di elaborare e comunicare sul posto per compensare le lacune informative del mondo reale”. A buon intenditore, poche parole.
Un altro dato estremamente interessante è che gli utenti di microblog simil-Twitter, come Sina Weibo e Tencent Weibo, sono ormai 309 milioni. Qui è il tasso di crescita a fare impressione: più 58,73 per cento rispetto al 2011. E anche se – come osserva il Global Times – il picco sembra ormai raggiunto, gli esperti ritengono che negli anni a venire il fenomeno microblogging potrebbe avere tassi di crescita che si aggirano ancora attorno al 20 per cento.
Sta di fatto che il 54,7 per cento di tutti i navigatori cinesi sono utenti attivi nel microblogging che, ricordiamolo, è lo strumento che forza la mano al potere cinese, ampliando spazi di libertà. Di questi, 202 milioni accedono ai vari “weibo” con il telefonino. Lo stesso Li Yonggang, sempre citato dal Global Times, sostiene che Weibo è uno strumento insostituibile per diffondere informazioni ed esprimere opinioni: “Weibo sarà ancora un campo di battaglia tra opinione pubblica e voci ufficiali. E l’effetto dei grandi eventi su Weibo sarà sempre più significativo”. Da tutti questi dati, si può trarre una conclusione: mentre cresce sempre di più, il popolo di Internet si fa ulteriormente sfuggente e si fa carico di diffondere sempre più informazione.
Sul fronte del genere, donne e uomini sono praticamente alla pari nella frequentazione del web. Anzi, nella fascia oltre i quarant’anni, la componente femminile è, anche se di poco, più numerosa. Ci sono inoltre 242 milioni di persone che fanno acquisti online, mentre gli accessi quotidiani ai siti di e-commerce si aggirano sugli 83 milioni.
Un cinese trascorre in media 20,5 ore a settimana in rete. Erano 18,7 nel 2011. A questo proposito, viene in mente una notizia circolata qualche giorno fa. Il signor Feng, buon padre di famiglia, ha assoldato un “killer virtuale” per “uccidere” l’avatar del proprio figlio 23enne, totalmente dipendente dai giochi online. Secondo il signor Feng, prima o poi il ragazzo si sarebbe stufato di essere ammazzato ogni volta che si fosse connesso. E quindi si sarebbe impegnato di più a cercare un lavoro. I genitori italiani si sentano liberi di trarne consiglio. O anche no.
[Scritto per Lettera43; fotocredits: engadget.com]