Per saperne di più – Un capitalista in Corea del Nord

In by Gabriele Battaglia

Un imprenditore svizzero insofferente nei confronti dei sedicenti "esperti" di questioni nordcoreane. In A Capitalist in North Korea, Felix Abt racconta la sua esperienza di sette anni nel "Regno eremita". Ma soprattutto, il fascino di un paese ancora sconosciuto. Da Asia Magazine, disponibile per Apple e Kindle. Felix Abt è un imprenditore svizzero che ha vissuto per sette anni in Corea del Nord. Un capitalista nel regno dei Kim, come si descrive nel libro in cui racconta la sua esperienza in quello che è considerato il più irriformabile tra i regimi al mondo.

A capitalist in North Korea, ha spiegato lo stesso Abt, vuole raccontare il paese senza alcun sensazionalismo né intento polemico. Lo sguardo è quello dell’uomo d’affari, non del cooperante, del politico, dell’analista di questioni internazionali. Non nega le storture e le assurdità del regime, ma è convinto che a cambiare il regime dei Kim sarà il business, sempre che sia permesso.

Leggendo i commenti dell’imprenditore svizzero su Twitter si coglie la sua insofferenza verso il mondo degli esperti di questioni nordcoreane. Specializzazione che qualche anno fa fu definita un ossimoro da Peter Ford, corrispondente a Pechino del Christian Science Monitor, per la difficoltà ad avere informazioni certe e attendibili sul quanto avviene dietro le quinte del potere a Pyongyang.

Abt critica questo genere di analisi che, spiega, perderebbero il loro fascino se la Corea del Nord fosse trattata come gli altri Paesi e sostenuta in un processo di apertura.

Uno dei suoi progetti fu mettere in piedi la Pyongyang Business School, i cui seminari andarono avanti tra il 2004 e il 2010: non tanto per formare una nuova élite, ma per dare conoscenze gestionali e permettere ai nordcoreani di competere nel mercato. Un’iniziativa che in principio trovò l’ostilità della classe dirigente, timorosa che dietro alla scuola si nascondessero secondi fini contro il governo di Pyongyang.

Se l’atteggiamento di quadri e militari ostacola i progetti di rinnovamento, come fanno anche le bizzarrie, la corruzione e la paranoia sulle spie, dall’altro lato ci sono gli ostacoli posti con le sanzioni economiche internazionali per evitare che il regime acceda a merci e tecnologia che potrebbero essere usati per lo sviluppo dei programmi nucleare e balistico di Pyongyang.

Merci spesso comuni, che potrebbero servire anche ai settori dell’agricoltura o dell‘industria chimica.

[Scritto per Asia Magazine; foto credit: leonidpetrov.wordpress.com]