Il governo cinese paga a quasi 14mila cittadini islamici un volo charter per compiere il pellegrinaggio alla Mecca, “realizzando così il sogno della loro vita”. Come i giornali dell’Impero di Mezzo riportano questa operazione, un misto tra propaganda e azione caritatevole.
“Il pellegrinaggio alla Mecca, noto anche come hajj, è una tradizione religiosa musulmana” – spiega il Global Times – “ogni buon musulmano che se lo possa permettere deve recarsi in Arabia Saudita a visitare la Mecca almeno una volta nella vita”.
E la Cina ospita oltre 20 milioni di islamici. Circa la metà appartiene al gruppo etnico degli hui, tra i più antichi e integrati (non sono quasi distinguibili dall’etnia di maggioranza han se non per la religione e le abitudini alimentari che ne conseguono), e l’altra metà appartiene al gruppo degli uiguri, una popolazione indeoeuropea molto simile a quelle centroasiatiche, nota per le sue uscite separatiste e per la repressione brutale che il governo cinese applica sulla loro regione, lo Xinjiang.
I gruppi, secondo quanto descritto dai media di stato, sono ognuno di una quarantina di persone con un organizzatore a cui fare riferimento. E sono divisi per regioni di provenienza . Lo stato li ha organizzati in modo che ogni gruppo abbai a disposizione persone che si sono già recate alla Mecca, medici e cuochi. In Arabia Saudita poi avranno addirittura un punto di assistenza attivo 24 ore su 24.
Jin Rubin, vice segretario generale dell’Associazione islamica della Cina, è convinto che l’operazione sarà un successo. "La collaborazione con l’ambasciata dell’Arabia Saudita ha garantito un visto a ogni pellegrino e i viaggi sono stati preparati con persone che si sono recate sul posto” rassicura.
Ma Youcheng, vice-capogruppo di pellegrinaggio regionale e segretario generale dell’Associazione islamica della regione del Gansu, specifica al China Daily: “tutti i vestiti, le borse, le ciotole e bicchieri per questo viaggio, sono stati forniti dal governo”. E ha aggiunto: “per i contadini di questa regione è il sogno che hanno atteso da tutta una vita”.
“Ai pellegrini sono stati offerti quattro livelli di formazione – scrive il China Daily – verranno istruiti su come affrontare il viaggio, che cos’è e quali sono le procedure dell’Hajj e i rischi per la salute”. Il solo fatto che verranno istruiti sull’Hajj, solleva pesanti dubbi sulla necessità di tutta l’operazione.
[Scritto per Lettera43; fotocredits: taghribnews.com]