Alcune coppie di genitori cinesi vanno all’estero, spesso in America, a partorire. Spesso lo fanno per sfuggire al divieto sul secondo figlio, spesso semplicemente perchè posssono permettersi di regalare al neonato una nazionalità diversa da quella cinese. Rose Luqiu racconta il fenomeno. Nel 2006 sono stata da un’amica in California. Era appena diventata mamma e aveva passato il mese successivo al parto (parte del periodo puerperale che nella cultura cinese, e più generalmente in quella orientale, vuole la neo-mamma in ricovero dentro casa per il primo mese n.d.t.) in una clinica specializzata.
Diceva che l’ambiente non era male: assistenza di infermiere certificate H24, ostetriche specializzate e addirittura personale esperto in lavande e prodotti usati nel caso in cui la partoriente fosse cinese. Mi ha anche detto che oltre a quelle che, come lei, vivevano e lavoravano negli Stati Uniti, alcune donne in attesa erano arrivate appositamente da Taiwan per dare ai propri figli il passaporto americano.
Negli ultimi anni sono state diffuse molte notizie simili, dalle quali risulta che diverse cliniche di questo genere – in origine gestite da taiwanesi – sono state rilevate da cinesi e che oggi, i principali clienti per i soggiorni mensili sono soprattutto cinesi. Le presenze in questi centri sono in aumento, tanto che nel 2007 c’è stato il caso di una clinica specializzata denunciata alla polizia da alcuni vicini insospettiti dal grande via vai di mamme e bambini: [pensavano] fosse un centro di immigrazione illegale.
La sempre-pronta polizia proseguì al controllo immediato, provocando una gran confusione. […] Per una coppia di genitori oltre alla salute fisica, l’importante è non essere truffati. Per far ottenere la cittadinanza americana ai propri figli, i soldi non sono un problema. Proprio come quelle coppie che vanno a Hong Kong proprio per partorire: alcuni lo fanno per aggirare la norma sul secondo figlio [che vieta o impone ingenti multe], altri lo fanno per offrire più possibilità ai propri figli. I bambini sono impotenti: dove nascere e dove studiare è una scelta che spetta ai genitori e ai loro piani.
Con un passaporto americano o della regione speciale di Hong Kong hanno comunque una scelta in più e possono godere dei benefici di due paesi come, ad esempio, l’istruzione pubblica gratuita, la comodità libertà negli spostamenti e nei viaggi. Se però pensiamo agli anni della crescita, le cose non sono così semplici. Alcuni amici, tornati a lavorare in Cina [dall’America] hanno dovuto riflettere a lungo proprio sul dove far studiare i propri figli: in America o in Cina? E, dopo il rientro, mandarli alla scuola pubblica, oppure iscriverli in una scuola internazionale (privata)? [Se la prima ipotesi] è accettabile per la scuola primaria, per la scuola secondaria il problema si ripropone: Cina o America?
Così le famiglie devono vivere separate. Il padre fa carriera in Cina per guadagnare soldi per la famiglia e la madre è in America con il bambino, troppo piccolo per stare tranquilli anche per eventuali ripercussioni che potrebbe avere da adulto per essersi separato dai genitori troppo presto. Altre famiglie invece allevano i figli in Cina, spendendo soldi e pensieri per scegliere una scuola internazionale o una scuola primaria o secondaria tra quelle più rinomate.
Il fatto è che comunque stiamo parlando di famiglie che hanno possibilità, famiglie per le quali sarebbe anche possibile tornare in America. Le condizioni economiche di questi genitori che hanno partorito i propri pargoli in America piuttosto che ad Hong Kong sono buone, non hanno questo genere di grattacapi, ma se le finanze di una famiglia fossero nella media o perfino se parlassimo di un standard più alto della media, il margine di scelta nel seguire il bambino che cresce non sarebbe così ampio.
[L’intero post è stato tradotto su Caratteri Cinesi da Tania Di Muzio]