Negli anni Ottanta la nazionale femminile di pallavolo era la regina delle competizioni internazionali. Non è più così, ma, come accade anche in altri sport, continua a essere migliore di quella maschile. Per questo ottiene maggiori investimenti dai privati ed è la speranza dei cinesi per Londra 2012. La prima medaglia d’oro cinese in uno sport di squadra arrivò a Los Angeles nel 1984. A togliersi la soddisfazione fu la nazionale femminile di pallavolo, capitanata da Lang “Jenny” Ping.
Era la stessa nazionale che oltre all’olimpiade vinse quattro titoli mondiali tra il 1981 e il 1986, dominando la scena mondiale della pallavolo femminile degli anni Ottanta.
Quel mondiale vinto nell’ottantuno fu la prima vittoria di livello mondiale per una squadra cinese. Il filotto di vittorie inorgoglì una nazione finalmente vincente anche in uno sport che non fosse “prettamente cinese” come il ping pong.
Vent’anni dopo Los Angeles, ad Atene, la Cina conquistò il suo secondo (e ultimo) oro olimpico in uno sport di squadra, e fu nuovamente la nazionale di pallavolo femminile a compiere l’impresa. Ancora una volta da campione del mondo.
Con queste premesse le ragazze della pallavolo si presentarono alle olimpiadi di Pechino 4 anni dopo, dove però delusero le aspettative ottenendo solo un bronzo, e subendo la beffa di vedere l’eroina Jenny Lang vincere l’argento come allenatrice della nazionale statunitense.
Il ciclo positivo che ha portato la Cina a imporsi ad Atene e a vincere il mondiale nel 2003 si è chiuso. Dopo il bronzo olimpico pechinese, alla World Cup del 2011 ne è arrivato un’altro e ai Giochi Asiatici del 2011 – giocati in casa – la nazionale cinese ha ottenuto un oro neanche tanto scontato.
Vista l’assenza della rappresentativa maschile, le aspettative per le prossime olimpiadi si concentrano tutte su questo nuovo gruppo di giocatrici, finora poco convincenti, e sulla coppia femminile del beach volley, che alle olimpiadi casalinghe del 2008 riuscì a portare a casa un argento e un bronzo.
Anche nella pallavolo, come visto due settimane fa nella pallacanestro, c’è un abisso tra il numero di successi e di speranze tra le rappresentative maschili e quelle femminili.
Nel volley questa differenza tra i due sessi ha portato addirittura ad una maggiore copertura mediatica e a maggiori investimenti nel campo femminile rispetto al campo maschile.
Nel 2009 il colosso dell’edilizia Evergrande, già proprietario della squadra di calcio maschile di Guangzhou, fresca dell’assunzione di Marcello Lippi e di Dario Conca e Lucas Barrios, due giocatori tra i più pagati al mondo, ha comprato la squadra femminile di pallavolo.
Nel 2012 l’ha portata alla vittoria del titolo grazie alla nuova impostazione professionistica. Tra le giocatrici c’è anche l’italiana Carolina Costagrande, MVP (Most Valuable Player) dei mondiali vinti dall’Italia nel 2011.
E non è stata l’unica. Altri grandi marchi come Dunlop (a Shanghai) e Bridgestone (a Tianjin) hanno investito nella pallavolo femminile cinese, mentre il campionato maschile rimane un campionato semi-professionistico: emblema di come gli sport di squadra maschili arranchino nel confronto con le donne.
Altri esempi sono le nazionali di hockey su prato (argento femminile a Pechino 2008), di pallanuoto (argento femminile agli ultimi mondiali), di pallamano (bronzo femminile a Los Angeles nel 1984) e di baseball (argento femminile ad Atlanta nel 1986) contro gli zero titoli mondiali e olimpici in campo maschile.
[Foto Credits: maopost.com]* Nato a Treviso nel 1986, è laureato in Lingue e Culture dell’Asia Orientale all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Vive e lavora in Cina da due anni. Dopo Barcellona ’92 sviluppa un’attrazione fatale per qualsiasi tipo di sport, ovunque venga giocato. È giocatore e allenatore di pallacanestro, collabora con Basketcaffe.com.