Omicidio Kim Jong Nam, forse VX, vent’anni dopo due casi in Giappone

In Asia Orientale, Relazioni Internazionali by Redazione

È ancora mistero sugli autori dell’omicidio di Kim Jong Nam, il fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong Un. Le indagini hanno rivelato però che l’uomo è stato ucciso con una dose di VX, una sostanza nervina che colpisce il sistema nervoso, già sperimentata nel ’95 in Giappone.

Kim Jong Nam è stato ucciso con una dose di VX, un potente gas nervino considerato un’arma di distruzione di massa dalle Nazioni Unite.

>La sostanza, hanno rivelato venerdì scorso le autorità malaysiane, è stata ritrovata sugli occhi e sul viso del fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong Un, che da anni viveva in esilio volontario in Cina. Le immagini delle telecamere a circuito chiuso diffuse in queste ore dalle televisioni giapponesi lasciano in effetti pochi dubbi. La vittima viene sorpresa alle spalle da una persona, apparentemente una donna, nel pieno di una hall dell’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur. La persona sembra spingere qualcosa — probabilmente un fazzoletto imbevuto di nervino — sul viso del figlio dell’ex dittatore nordcoreano Kim Jong Il.

Consistenza dell’olio da motore, ma più mortale del sarin

Secondo quanto dichiarato dall’ispettore generale della polizia malaysiana, Khalid Abu Bakar, sarebbe stata una delle due donne arrestate — di nazionalità vietnamita e indonesiana — ad avere agito. Sempre una delle due si sarebbe sentita male subito dopo, con attacchi di nausea e vomito, probabilmente a causa del contatto con la sostanza nervina.

La rivelazione apre diverse questioni. La più urgente riguarda la decontaminazione dell’aeroporto e di tutti gli ambienti in cui Kim Jong Nam è stato dopo l’attentato ai suoi danni — ambulanza e strutture sanitarie comprese. Il VX è infatti una sostanza — scrive l’Agence France-Presse — «di consistenza simile all’olio di motore» e che «evapora solo dopo giorni o anche settimane».

Il secondo è su chi e su come si sia procurato la sostanza. Oltre alle quattro persone già arrestate, la polizia malaysiana è sulle tracce di quattro cittadini nordcoreani usciti dalla Malaysia — uno dei rarissimi paesi dove i cittadini del «Regno Eremita» non necessitano di visto d’entrata — il giorno della morte di Kim Jong Nam. Per le autorità americane e sudcoreane gli indizi puntano tutti al regime nordcoreano, anche perché la Corea del Nord è uno dei paesi non firmatari della Convenzione sulle armi chimiche, trattato internazionale di non proliferazione.

Una «vecchia conoscenza» in Giappone

Il Giappone ben conosce gli effetti del VX. Tra il 1994 e il ’95, nel paese arcipelago si sono verificati almeno tre attentati al VX, tutti imputati alla setta Aum Shinrikyo — resasi responsabile appena un paio di mesi dopo degli attacchi al gas sarin nella metro di Tokyo. Uno dei leader della setta, specializzato in chimica, era riuscito a fabbricarlo ed era stato incaricato dal sedicente santone Shoko Asahara, il leader spirituale di Aum, di usarlo contro i nemici della setta e, in particolare i fuoriusciti e le loro famiglie.

Tra questi c’era Hiroyuki Nagaoka, oggi 79enne. Il 7 gennaio 1995 fu attaccato da un sicario della Aum armato di una siringa carica di VX, ma riuscì a sopravvivere dopo alcuni giorni di ricovero ospedaliero in stato di incoscienza. Nagaoka era da poco uscito dalla setta religiosa Aum Shinrikyo e automaticamente diventato un obiettivo della ritorsione degli uomini di Asahara. Pochi giorni prima, a dicembre del 1994 un uomo di Osaka, ritenuto un collaboratore della polizia, era stato ucciso sulla via del lavoro da due assalitori adepti della setta con una dose mortale di VX.

In questi giorni Nagaoka ha parlato della sua esperienza alla tv nazionale Nhk (in giapponese). «Non mi accorsi per nulla di essere stato attaccato con il VX. Passata una mezzora o un’ora, ero in casa e iniziai a dire a mia moglie che la stanza era buia. Lei mi rispose che la luce era accesa», ha spiegato. «Pensai inizialmente che mi si fosse indebolita la vista. Poi iniziai a sentire molto caldo e cominciai a spogliarmi. Sudavo. Quando mi risvegliai erano passati alcuni giorni e mi trovavo in ospedale». Ventidue anni dopo Nagaoka, 79 anni, ha la parte destra del corpo semi paralizzata ed è costretto ad usare un apparecchio per la ventilazione artificiale. «Quando ho sentito che prima era stato bene e poi piano piano aveva perso l’uso delle gambe e sudeva, ho pensato subito si trattasse di un caso simile al mio», ha aggiunto Nagaoka. «Dev’essere stato VX».

[Scritto per Eastwest.eu]