Ennesimo scandalo alimentare in Cina, e questa volta ci scappa anche il morto: Li Xiang, un giornalista della Luoyang Tv. Secondo le prime ricostruzioni della polizia locale, sarebbe stato pugnalato a seguito di un tentativo di rapina dopo una notte al karaoke. Ma sono in molti a non crederci. Sul suo blog, Li aveva scritto sull’olio di scolo riciclato e le sue informazioni avevano portato a decine di arresti e cento tonnellate di olio sequestrate.
Li Xiang, trent’anni, era un giornalista cinese che sul suo blog si era occupato dello scandalo alimentare relativo al riciclaggio dell’olio da cucina. Una vicenda che aveva finito per portare all‘arresto di trentadue persone e al sequestro di oltre cento tonnellate di olio di scolo, ovvero l’olio utilizzato dai ristoranti, lavorato e riciclato come olio da cucina anche se ormai altamente tossico. Li Xiang è stato trovato morto la sera del 20 settembre. I giornali cinesi riportano la notizia attraverso le parole ufficiali della polizia: dieci coltellate a seguito di un tentativo di rapina dopo una notte al karaoke. Ma sul web nessuno ci crede: tutti pensano a qualche collegamento con lo scandalo dell’olio di scolo. Anche il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) di New York non crede alla versione ufficiale e chiede alle autorità cinesi di aprire un’inchiesta.
Li Xiang – che a ottobre si sarebbe dovuto sposare, come riporta il 21 settembre il China Daily – lavorava per la Luoyang Tv, una televisione locale dello Henan, ma non aveva ancora realizzato nessun servizio sullo scandalo dell’olio. Si era limitato a riportare alcune informazioni sul suo blog, attraverso comunicazioni ottenute dalle autorità, che continuavano a negare un loro coinvolgimento nella vicenda. Secondo le informazioni fornite dal Comitato per la protezione dei giornalisti, sarebbe stato proprio seguendo queste informazione che la polizia dello Henan e di altre due provincie sarebbe riuscita a recuperare cento tonnellate di olio altamente nocivo e a arrestare trentadue persone per averne favorito la vendita.
Lo scandalo è che sarebbero almeno due milioni all’anno le tonnellate di olio da cucina riciclato illegalmente e venduto a prezzi stracciati. Il governo ha già arrestato decine di persone coinvolte nella vendita di questo prodotto che alcuni dicono sia addirittura cancerogeno.
L’olio usato (digou you: letteralmente olio di scolo) riciclato illegalmente, è spesso raccolto in canali di scolo sul retro dei locali. Lavorato, viene rivenduto ai ristoranti. Specie a quelli piccoli e a dimensione famigliare, che sono attratti dal basso costo.
China Hearsay ha intervistato un magnate nella produzione dell’olio da cucina che ha scelto di rimanere anonimo: “Pensavo che il Governo fosse a favore del riciclaggio ed ero orgoglioso di essere coinvolto in questo settore. Ora, con questa nuova campagna di repressione, non so cosa pensare. Le cose cambiano così rapidamente in Cina! Il reparto di gestione del rischio della mia azienda è completamente confuso in questi giorni”.
Ieri la polizia dello Henan si è affrettata ad arrestare due persone sospettate del delitto del giornalista. Secondo le prime ricostruzioni, gli avrebbero rubato il computer portatile, la macchina fotografica e il portafoglio dopo averlo accoltellato di fronte al cancello del suo compound.
Certo gli scandali alimentari sono comuni in Cina. Tanto che c’è gente come Li Dilian. La popolare conduttrice di Jia You!, uno show televisivo culinario in onda dagli studi di Chengdu, ha recentemente dedicato una puntata alla questione: un intero menù a base di olio usato. "La risposta è stata fantastica!” – dichiara – “Il piccante associato all’olio di scolo può far miracoli anche se aggiunto a piatti semplici e quotidiani. Non capisco proprio questa campagna di repressione. Le persone dovrebbero essere libere di usare tutti gli ingredienti”. Sì, purché non nuocciano alla salute.
[SPi per Lettera43, CAg aggiornamenti, Foto credits: nf.nfdaily.cn]