La polizia dello Xinjiang ha ucciso sei persone che (forse) cercavano di far esplodere una bomba. Un reportage della Bbc fotografa i nuovi poster della propaganda nella regione a maggioranza musulmana. Intanto la Cina si sta preparando a costruire la sua quinta stazione scientifica in Antartide. E il suo monopolio sulle terre rare e sempre meno in discussione.
Xinjiang – 6 morti e tanta propaganda
La polizia dello Xinjiang ha ucciso sei persone che (forse) cercavano di far esplodere una bomba, riporta Tianshan Net, il portale del governo locale. L’incidente è avvenuto nella prefettura di Kashgar, la città più occidentale della Repubblica popolare. A Kashgar il 90 per cento della popolazione appartiene all’etnia turcofona e musulmana degli uiguri. Qui la propaganda centrale è sempre più forte. Un reportage della Bbc fotografa i nuovi poster. Sono tutti incentranti sui nuovi divieti che il Pcc ha messo in atto per “arginare” l’integralismo islamico: divieto di scaricare materiale jihadista, niente parabole satellitari senza permesso, niente velo, niente coltelli, ingresso nelle moschee solo dopo i 18 anni e barba concessa solo ai più anziani. E gli islamici che si comportano male sono dipinti di nero. Xi Jinping aveva chiesto ai funzionari locali di fare in modo che “i terroristi diventino come i ratti che scappano per le le strade mentre tutti urlano: ammazzateli!”.
Per saperne di più:
Terrorismo con caratteristiche cinesi (di Cecilia Attanasio Ghezzi)
Man in black a Kunming: 33 morti (a cura della redazione China Files)
Kunming in Rete (a cura di Caratteri cinesi)
Il video – Battle: un conflitto generazionale (scelto da Desirée Marianini)
Il video – B-boy Hill: street dance nello Xinjiang (scelto da Desirée Marianini)
Xinjiang: "cosa vogliono di più?" (di Gabriele Battaglia)
Caratteri cinesi – Lo Xinjiang e la pace duratura (Wang Dahao tradotto da Mauro Crocenzi)
La geopolitica delle terre rare
Le terre rare sono 17 elementi difficili da estrarre e con nomi difficili da ricordare, ma sono essenziali per le più moderne tecnologie: dagli smartphone alle turbine eoliche. E di fatto sono un monopolio cinese. Nel 2013 la Cina ha prodotto l’86 per cento delle terre rare utilizzate nel mondo e non è un segreto di quanto l’esportazione di questo tipo di materiali sia di fatto un arma nello scacchiere geopolitico. Quando a settembre 2010 il Giappone bloccò un peschereccio cinese accusato di navigare nelle acque contese tra i due stati, la Cina semplicemente bloccò le esportazioni di terre rare fino al suo rilascio. Ora il paese del Sollevante ha l’obiettivo di comprare il 60 per cento delle terre rare al di fuori della Cina entro il 2018. Ma a prescindere, la situazione si è fatta ancora più ingarbugliata. Una politica di aiuti statali ha fatto si che la quasi totalità delle terre rare venga comunque lavorato in Cina. E, proprio grazie alla sua posizione dominante nel mercato, è sempre la Cina a deciderne il prezzo.
Per saperne di più:
Dragonomics – Terre poco rare (di Gabriele Battaglia)
Quinta stazione antartica cinese
La Cina si sta preparando a costruire la sua quinta stazione scientifica in Antartide. Il rompighiaccio Xuelong è arrivato il 26 dicembre alle acque vicine a Victoria Land lo scorso 26 dicembre 2014 con tredici membri della futura spedizione scientifica e 10 tonnellate di rifornimenti. Oggi i media confermano anche che Pechino intende costruire un nuovo rompighiaccio per e ricerche sul campo entro il 2016. Il boom della ricerca antartica e polare va di pari passo con il corrispondente boom turistico in quelle aree e con le esigenza di trovare nuovi giacimenti di materie prime.
Per saperne di più:
L’Artico conteso (di Andrea Capocci)
L’Artico conteso: i protagonisti (di Simone Pieranni)