La questione del suffragio universale a Hong Kong. Xi Jinping incontra l’amministratore delegato dell’ex colonia britannica Leung Chun-ying. La propaganda di partito vuole giornalisti più marxisti. La proposta di ridurre l’inquinamento di Pechino con l’azoto liquido. La Cina vieta il Bitcoin. Zhang Ziyi vince una causa per diffamazione HONG KONG-PECHINO: QUESTIONE SUFFRAGIO UNIVERSALE
Nella sua visita a Pechino, l’”amministratore delegato” di Hong Kong, Leung Chun-ying, ha incontrato il presidente Xi Jinping. La questione all’ordine del giorno non è da poco: la possibilità che nel 2017, il Chief Executive dell’ex colonia britannica sia eletto a suffragio universale e non nominato da un collegio di businessman e notabili filo-Pechino come avviene ora (è lo stesso metodo che vigeva durante l’occupazione britannica, solo che a quei tempi i “grandi elettori” erano filo-Londra).
In una posizione del tutto interlocutoria ma comunque apparentemente disponibile, Xi ha esortato ieri i cittadini di Hong Kong a mostrare “pragmatismo” e a “promuovere il consenso” per avvicinarsi all’obiettivo del suffragio universale, dando il suo appoggio al lavoro che sta svolgendo Leung.
Per il presidente cinese, il governo dell’ex colonia sta infatti “cercando il cambiamento pur mantenendo la stabilità e mettendo al primo posto il popolo”. Per la Cina, Hong Kong è sempre stata una sorta di modello da imitare (talvolta), uno specchio dell’Occidente da osservare con cauto interesse (spesso), una porta per fare entrare capitali e innovazione (sempre).
GIORNALISTI: EDUCAZIONE MARXISTA
Mentre il caso dei visti “sospesi” per i giornalisti di Bloomberg e New York Times è ancora in corso, giunge notizia che per evitare che la stampa cinese si abbandoni a “influenze occidentali”, le autorità di propaganda del Partito Comunista intendono rafforzare il proprio controllo sulle principali scuole di giornalismo di tutto il Paese e rilanciare la “visione marxista del giornalismo”.
Lo rivela il South China Morning Post di Hong Kong, approfondendo un articolo di ieri dell’ufficialissimo Global Times, secondo cui in vista dell’esame nazionale per diventare giornalisti professionisti – previsto per gennaio e febbraio del 2014 – tutti i media cinesi dovranno tenere appositi “corsi di preparazione” per i propri redattori. Non solo, secondo il giornale di Hong Kong, è in corso un’operazione per portare alti funzionari della propaganda a capo dei programmi di giornalismo in 10 università di alto livello.
La ristrutturazione sarà modellata su un sistema che è stato già adottato alla scuola di giornalismo della Fudan University di Shanghai nel 2001. L’attuale capo del programma di giornalismo dell’università è Song Chao, vicedirettore della Propaganda locale.
Quanto al corso di formazione in vista degli esami per giornalisti, dovrebbe incentrarsi su sei parti: socialismo con caratteristiche cinesi, visione marxista del giornalismo, etica giornalistica, regolamenti sul giornalismo, norme per riportare le notizie, come prevenire le “voci” (cioè le indiscrezioni che in genere compaiono su internet).
AZOTO LIQUIDO PER LO SMOG DI PECHINO
Diversi team di ricercatori stanno studiando la possibilità che l’immissione di gas superfreddo nell’atmosfera di Pechino possa contribuire a ridurre l’inquinamento atmosferico nella capitale.
Lui Hui, dell’ufficio che si occupa di studiare il clima di Pechino, sostiene che l’azoto liquido, un refrigerante industriale quasi tre volte più freddo del ghiaccio secco, si è rivelato promettente come agente antismog, anche se la tecnologia che prevede il suo utilizzo si trova nelle prime fasi di sviluppo.
La ricerca, finanziata dal governo, si traduce nel pompaggio di gas da grandi serbatoi nell’aria, sotto forma di una nebbiolina sottile, ad almeno 10 metri dal suolo.
I cristalli aderiscono alle piccole particelle di polvere e di altri inquinanti, facendole cadere a terra. La cintura di aria più fredda, che ha uno spessore inferiore ai 20 metri, bloccherebbe anche l’aria inquinata ben al di sopra del livello della strada. I ricercatori sostengono che durante la stagione più fredda, questa cintura d’azoto liquido vaporizzato sarebbe in grado di rimanere sospesa nell’atmosfera per diverse ore.
LA CINA LO VIETA: BITCOIN GIU’
Il prezzo del bitcoin è precipitato dopo l’annuncio che YeePay, un servizio di pagamento che “cambia” la valuta virtuale in Cina, non accetterà più nuovi depositi in yuan .
Bitcoin è una forma open source e peer-to-peer di pagamento digitale creato nel 2009. Praticamente, gli utenti inviano pagamenti nella valuta bitcoin tramite un client presente sul loro personal computer, un dispositivo mobile o attraverso un servizio web. Una rete decentrata di computer specializzati verifica e dà una marca temporale a tutte le operazioni utilizzando un sistema crittografico. Gli operatori di questi computer, noti come “minatori”, vengono retribuiti con bitcoin di nuovo conio .
La banca centrale cinese ha lanciato un avvertimento all’inizio di dicembre, dicendo che il bitcoin non era giuridicamente protetto e non aveva alcun “vero significato”, e impedendo quindi agli istituti finanziari di utilizzare la valuta.
Martedì scorso, il divieto è stato esteso alle società di pagamento come YeePay. Bitcoin resta comunque legale in Cina, a patto che gli individui che lo usano si assumano tutti i rischi. Ma senza terze parti che offrano servizi di pagamento, è praticamente impossibile fare nuovi acquisti di moneta.
Questo crea molti dubbi sul futuro di bitcoin, perché si ritiene che il grande boom della valuta abbia a che fare con il suo vasto utilizzo da parte dei cinesi. Quando il governo ha detto “basta”, è crollato anche il valore della “criptocurrency”, chiamata così perché utilizza sistemi di crittografia per le transazioni.
ZHANG ZIYI VINCE CAUSA PER DIFFAMAZIONE NEGLI USA
Boxun, un sito web di dissidenti con sede negli Stati Uniti, ha dovuto ritirare dalla pubblicazione online una serie di storie che sostenevano che la star del cinema cinese Zhang Ziyi fosse andata a letto con diversi uomini potenti in cambio di oltre 100 milioni di dollari in totale. Zhang – nota per La Tigre e il Dragone e Memorie di una Geisha tra gli altri – aveva citato per diffamazione Boxun News, che pubblica prevalentemente in cinese, presso un tribunale della California. Un comunicato della corte rivela che le due parti hanno raggiunto un accordo riservato il 12 dicembre .
“I falsi rapporti su Zhang Ziyi non avrebbero mai dovuto essere pubblicati”, riconosce Boxun News in un comunicato pubblicato sul sito. “Ne consegue che Boxun rende ora le sue scuse senza riserve a Zhang Ziyi, ha rimosso l’intera serie di articoli che la riguardano ed emette questa formale ritrattazione”.
Tra le storie che Boxun aveva pubblicato lo scorso anno sulla splendida attrice pechinese, c’era anche l’indiscrezione secondo cui Zhang avrebbe avuto una relazione con Bo Xilai, l’ex leader di Chongqing e membro del Politburo che è stato condannato all’ergastolo nel mese di settembre per corruzione, appropriazione indebita e abuso di potere.
[Foto credits: chinadaily.com.cn]