Le metafore usate da Xi Jinping per descrivere il modello cinese e quello europeo. Cina e Giappone divise sulla revisione delle regole per l’export di armi di Tokyo. Le proteste ambientaliste a Maoming si estendono a Guangzhou. Il futuro dell’energia: la produzione di elettricità dal mare. METAFORICO XI
Tra le curiosità del viaggio di Xi Jinping in Europa, una interessante “lezione di storia” propinata alle controparti occidentali e prontamente ripresa dai media cinesi. Xi ha sottolineato le differenze tra il Dragone e il Vecchio continente con ampio uso di metafore, in quella che sembra ormai diventata una delle sue caratteristiche retoriche.
Per sottolineare che i modelli di sviluppo devono restare diversi, Xi ha detto che “il popolo cinese più di 2.000 anni fa l’ha capito da un semplice fatto e cioè che la gustosa arancia, che cresce nel sud della Cina, diventa aspra se coltivata al nord”. E ancora: “Il popolo cinese sé appassionato di tè e i belgi amano la birra. Per me, il bevitore di tè moderato e l’appassionato amante della birra rappresentano due modi di intendere la vita e conoscere il mondo, e li trovo altrettanto gratificanti”.
Una metafora, quest’ultima, che chi vive in Cina suggerirebbe forse di rivedere. Anche questa è però “offensiva dello charme”.
ARMI: LA CINA TIENE D’OCCHIO IL GIAPPONE
La decisione del Giappone di allentare il proprio autoimposto divieto di esportare armi è un passo avanti nel rendere il Paese una “forte potenza militare”, dice la stampa cinese.
Le nuove condizioni permetteranno a Tokyo di sviluppare armi congiuntamente con gli alleati e di offrire alla propria industria della difesa nuovi mercati e tecnologie.
In passato erano vietate tutte le vendite militari, anche se vi era trasferimento di tecnologie nipponiche verso gli Stati Uniti. Secondo Wang Shaojin, studioso del Giappone alla Jiaotong University di Shanghai, il Primo ministro Shinzo Abe sta portando avanti il proprio piano per realizzare “il proprio sogno di un forte esercito”.
PROTESTA ANTI FABBRICA CHIMICA
Le proteste contro una fabbrica che produce paraxilene (PX) a Maoming, nel Guangdong, si sono estese alla capitale provinciale, Guangzhou, mentre il governo locale si impegna a condurre una consultazione pubblica prima di dare via libera al progetto.
Le proteste sembrano pacifiche e al momento non sembrano essersi verificati i tafferugli che hanno caratterizzato le proteste precedenti, quando uova e bottiglie d’acqua furono lanciate contro la polizia.
ENERGIA DAL MARE
La Cina rappresenterebbe il futuro dell’energia elettrica prodotta dal mare (e viceversa). Con 11mila chilometri di coste, un modello economico ancora energivoro e un’enorme emergenza ambientale, il Dragone starebbe investendo massicciamente in tecnologie come le turbine sottomarine.
Tra i progetti allo studio – dice il Wall Street Journal – il “dynamic tidal-power wall”, un sistema dotato di turbine sottomarine con pale curve che consentono ai pesci di passarci attraverso in tutta sicurezza.
Se approvato, il “muro” potrebbe fornire la stessa quantità di elettricità prodotta da due reattori nucleari e mezzo e costare fino a 30 miliardi dollari. Tra i partner del progetto, il governo olandese e un consorzio di otto aziende sempre olandesi.
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