Oggi in Cina – Cdp Reti, un investimento sicuro

In by Gabriele Battaglia

Privatizzazioni italiane: Cassa Depositi e Prestiti vende alla State Grid of China il 35 per cento della rete energetica italiana. La lotta anticorruzione diventa "caccia alla volpe": nel mirino i funzionari corrotti fuggiti all’estero. 25 luglio, giorno del cantonese. Un database per le morti "soprannaturali". LA CINA COMPRA IL 35 PER CENTO DI CDP RETI
I media italiani hanno già dato notizia che Cassa Depositi Prestiti vende alla State Grid of China il 35 per cento della rete energetica italiana, per un incasso di circa 2 miliardi di euro, e l’hanno inserita nel rilancio delle privatizzazioni voluto dal governo Renzi.
Dal punto di vista cinese, l’investimento è considerato “sicuro” perché la rete italiana, di fatto pubblica e diffusa su tutto il territorio, garantisce un flusso costante di cassa. State Grid ha un quasi monopolio, in Cina, e serve circa un miliardo e cento milioni di persone. L’operazione rivela la tendenza in atto negli investimenti cinesi all’estero: meno ragion di Stato e più investimenti proficui e sicuri.
Da parte loro, i media internazionali leggono l’accordo come un cambiamento di atteggiamento degli italiani verso gli investimenti cinesi nel Paese. Un tempo, la Cina era vista con sospetto – scrive il Financial Times – ma dato che la crisi della zona euro impone di attrarre disperatamente investimenti diretti dall’estero, l’Italia si apre.

“CACCIA ALLA VOLPE”
La Cina ha lanciato un’operazione su vasta scala per acchiappare i funzionari corrotti o sospetti tali che hanno lasciato il Paese. L’operazione è stata chiamata “Caccia alla volpe 2014” e i suoi contorni non sono ancora chiari. I media ufficiali riportano che si baserà su una collaborazione più stretta con le polizie di altri Paesi e sull’ampliamento dei trattati bilaterali di estradizione. La Cina è membro dell’Organizzazione internazionale di polizia criminale (Interpol) dal 1984.
Nel 2013, 762 persone sospettate di crimini vari e corruzione sono state riportate in Cina dall’estero, e 10,14 miliardi di yuan sono stati confiscati, secondo dati della Procura Suprema del Popolo.

LA DIFESA DEL CANTONESE
Oggi, 25 luglio, è la giornata del cantonese, inteso come lingua diversa dal putonghua, il cinese mandarino. La data è stata scelta per ricordare le proteste che nel 2010 fecero fare rapidamente marcia indietro alla Guangdong TV, che voleva cestinare la lingua cantonese e fare programmi solo nel cinese “ufficiale”. Da settembre, il problema potrebbe riproporsi e i difensori del cantonese sono già sul piede di guerra. Nel tentativo di unificare linguisticamente il Paese, le autorità cinesi scoraggiano le televisioni provinciali dal fare programmi nei dialetti locali, ma per il cantonese è diverso: è una vera e propria lingua, più antica del putonghua, e fu sul punto di diventare lingua ufficiale della Cina nel 1912; è parlata in un’ampia area del sud e molte persone potrebbero sintonizzarsi sulle televisioni di Hong Kong e Macao se fosse rimossa dalla programmazione nazionale.

DATABASE ANTI-POLTERGEIST
Un’agenzia immobiliare di Pechino ha creato un database che cataloga le morti innaturali, gli omicidi, i suicidi, etc, che si sono verificati nelle case di Pechino. Il database creato dalla Home Link ha, al momento, circa 900 voci. Corrisponde all’esigenza diffusa di non trovarsi la casa infestata da “demoniache presenze” o, semplicemente, da sfiga nera.
Nessuna legge impone a proprietari o venditori di case di rivelare una storia particolarmente brutale collegato a un appartamento, ma esistono precedenti di acquirenti che sono riusciti a ottenere un risarcimento dopo essere stati ingannati. In un caso del 2011, un certo Wang ha ricevuto 60.000 yuan di rimborso perché il venditore non gli aveva detto che un precedente residente si era suicidato. A Hong Kong, dove un database del genere esiste già da tempo, le case “infestate” vengono vendute con sconti del 30 per cento circa. 

[Foto credit: scmp.com]