Il primo ministro cinese Li Keqiang si trovava in visita ufficiale in Russia. Oggi è atteso in Italia. Le multinazionali devono pagare le tasse in Cina, senza lasciare che "gli introiti se ne vadano". Scontri tra attivisti di Occupy e attivisti antiOccupy. Li Keqiang in Russia. E oggi in Italia
Il premier cinese e il suo corrispettivo russo si sono incontrati ieri a Mosca e le loro delegazioni hanno chiuso 38 accordi in campi importanti come quelli dell’energia della finanza e del trasporto. Tra questi i più importanti sono quello tra le banche centrale dei due paesi che hanno firmato per un currency swap pari a 20 miliardi di euro, mirato a coniugare il rilancio di rublo e yuan a una maggiore indipendenza dal dollaro. E al centro dei colloqui ancora l’accordo per 400 miliardi di dollari sul gas naturale. Da oggi Li Keqiang sarà in Italia. Prima a Roma per discutere con Matteo Renzi e Giorgio Napolitano dei rapporti e degli investimenti della Cina in Italia. E poi a Milano per partecipare all’Asia-Europe Meeting.
Cina – Che le multinazionali straniere paghino le tasse
“La tassazione è il cuore della sovranità di uno Stato”, scrive il Quotidiano del popolo. E attacca le multinazionali straniere che fanno profitto mentre “noi lasciamo che gli introiti fiscali se ne vadano”. La Cina dichiara così ufficialmente aperta la guerra fiscale alle imprese straniere. L’anno scorso la lotta all’evasione ha portato nelle casse dello stato 5,6 miliardi di euro in più. Ma le camere di commercio europea e americana denunciano che nella maggior parte dei casi l’antitrust cinese abusa del suo potere con tattiche intimidatorie e non permettendo ai loro rappresentanti legali di partecipare alle audizioni. Sono oltre 400mila le aziende straniere che operano in Cina. Tra queste 490 sono tra le migliori 500 al mondo.
Hong Kong – Confronto indiretto tra i due schieramenti
“Non ci scontreremo fisicamente con la polizia”. Così gli studenti hanno dichiarato che ricostruiranno le barricate dopo che la polizia le ha smontate. E sono centinaia i poliziotti che questa mattina sono scesi nelle strade per smontare blocchi stradali e barricate. Ieri si era quasi arrivato allo scontro fisico tra manifestanti a favore e contro. Sono molte le catgorie che cominciano a risentire economicamente della crisi. Prima di tutto i tassisti, che minacciano soluzione più violente se le strade non saranno sgombrate entro domani. Nel frattempo gli studenti hanno bloccato gli uffici centrali della Bank of China e quelli dell’uomo più ricco dell’Asia Li Ka-shing, mentre gli antiOccupy hanno bloccato per due giorni la distribuzione del quotidiano Apple Daily del magnate Jimmy Lai che da sempre appoggia il movimento di Occupy.
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