Un giovane militante uiguro coinvolto la scorsa settimana in un assalto nel sud dello Xinjiang fa ammenda in diretta tv. 700mila voti sono stati raccolti per le riforme democratiche a Hong Kong. Via della Seta e Gran Canale riconosciuti patrimonio dell’umanità. Il dilemma delle amministrazioni locali: il mercato immobiliare. XINJIANG: UN JIHADISTA FA AUTOCRITICA IN TV
Un giovane militante uiguro, unico sopravvissuto del gruppo che la settimana scorsa aveva assaltato all’arma bianca una sala di mahjang a Hotan, nel sud dello Xinjiang, si è scusato in diretta tv dicendo di essere stato influenzato dall’estremismo religioso. Il diciannovenne Murzahti, parlando in uiguro e ammanettato, ha detto che è stato convinto dall’amico Abduzahir a partecipare alla jihad. Abduzahir è uno dei due giovani morti per le ferite riportate a seguito della reazione delle persone all’interno della sala.
I media cinesi riportano che il giovane non appare molto consapevole degli insegnamenti islamici e imputano all’ignoranza e all’indottrinamento tramite siti jihadisti online i fatti violenti delle ultime settimane. Voci critiche sostengono invece che le confessioni pubbliche televisive prima ancora che cominci il processo sono il contrario dello Stato di diritto.
CIRCA 700MILA VOTI PER IL REFERENDUM “ILLEGALE” DI HK
Circa 700mila persone hanno votato in tre giorni per il referendum sulle riforme democratiche a Hong Kong, definito illegale sia dalla locale amministrazione sia da Pechino. La zona ad amministrazione speciale della Cina avrà elezioni per la carica di “amministratore delegato” della città nel 2017 e la “basic law” locale, ereditata dal regime coloniale britannico, riserva a un comitato di notabili il diritto di voto.
Il movimento Occupy Central preme per il suffragio universale e, più in generale, molti abitanti di Hong Kong temono una graduale riduzione degli spazi di democrazia a causa delle pressioni di Pechino. Dalla Cina, il Global Times – spin off del Quotidiano del Popolo – reagisce definendo “farsa” il referendum.
VIA DELLA SETA E GRAN CANALE SONO “PATRIMONIO DELL’UMANITA’”
La prima è la più lunga via commerciale terrestre del mondo, il secondo la più lunga via d’acqua artificiale. Con grande suono di fanfare, la Cina
annuncia che due “scenic spot” nazionali sono entrati a far parte del “patrimonio dell’umanità” e i media cinesi sottolineano anche il valore politico ed economico della prima, tornata d’attualità nella visione geostrategica della leadership, impegnata nella costruzione di Eurasia
MERCATO IMMOBILIARE: IL DILEMMA DEI GOVERNI LOCALI
Mentre i prezzi immobiliari nelle maggiori città continuano a raffreddarsi – segno forse di un primo successo delle misure anti-bolla del governo cinese – i governi locali, che dall’immobiliare traggono buona parte delle proprie risorse, cercano di fare da sé. Di un allentamento delle misure restrittive non se ne parla e allora ogni località si inventa qualcosa.
Un segnale interessante arriva da Wukan, dove la locale amministrazione ha pensato bene di concedere lo hukou (la residenza permanente che dà diritti e servizi solo dove si è registrati) a 100mila ex studenti delle locali università, sperando che decidano di stabilirsi in città e mettere su casa.
La politica già soprannominata “casa in cambio di hukou” sarebbe in teoria in linea con le riforme volute dalla leadership cinese, perché andrebbe in direzione di una urbanizzazione sostenibile: non più case di lusso a fini speculativi, ma case a prezzi decenti per chi effettivamente le abita; soluzione del problema dello hukou e della divisione dei cinesi tra cittadini di seria A e di serie B.
Sono politiche di questo genere, sperimentate sul campo, che possono forse imprimere la svolta economica e sociale che Pechino va cercando.