Ilham Tohti, l’intellettuale uiguro accusato di separatismo e detenuto da inizio anno è stato condannato all’ergastolo. Tohti si è dichiarato innocente, ma a nulla è valsa la sua difesa. Migliaia di studenti in piazza a Hong Kong per la democrazia. Un terzo dei cinesi non parla il cinese standard. XINJIANG – SONO TUTTI ESTREMISTI
Ergastolo a Ilham Tohti, l’intelletuale uiguro accusato di separatismo e detenuto da inizio anno è stato punito con il massimo della pena. Durante il processo, Tohti si è dichiarato innocente e ha rivendicato di avere sempre cercato il dialogo tra etnie, mentre l’accusa ha procurato decine di articoli dell’intellettuale per provare l’imputazione secondo cui avrebbe fomentato separatismo e odio etnico. Dal mondo legale giungono molte denunce su come è stato condotto il procedimento penale. secondo molti la sua condanna non farà altro che esacerbare il conflitto latente tra l’etnia cinese dominante e quella turca a stragrande maggioranza musulmana a cui appartiene. Gli attacchi terroristici nell’ultimo anno si sono infatti moltiplicati e non ha giovato il giro di vite di Pechino che si concentra sopratutto sulla repressione di usanze religiose come il velo, la barba e il digiuno durante il ramadan e le attività scolastiche nelle madrase. Il portavoce dell’ambasciata americana (che insieme a quella europea e a altri gruppi per i diritti umani hanno più volte invocato il rilascio del professore) ha voluto “sottolineare alle autorità cinesi l’importanza di differenziare il dissenso pacifico dalla violenza dell’estremismo”.
HONG KONG – LA MAREA BIANCA E LA DEMOCRAZIA
13mila studenti universitari vestiti di bianco sono confluiti alla Chinese University di Hong Kong. Gli studenti di almeno 14 università e college di Hong Kong hanno proclamato una settimana di boicottaggio delle lezioni a partire da oggi. Per le elezioni del 2017 la Repubblica popolare garantisce il suffragio universale ma prova ad imporre un filtro sui candidati. Potranno presentarsi solo quelli “patriottici” (cioè filo-Pechino). E Xi Jinping ha rincarato la dose affermando oggi che Pechino avrà peso sempre maggiore nelle questioni che riguarderanno l’ex colonia britannica.
ANALFABETISMO DI RITORNO
Il 30 per cento della popolazione cinese non parla putonghua, ovvero il cinese standard promosso come lingua ufficiale dalla nascita della Repubblica popolare. è lo stesso ministero dell’istruzione a dirlo, aggiungengendo che solo un cinese su dieci lo parla correttamente. Se si fanno i conti significa che 400 milioni di cittadini cinesi non parlano quella lingua che è stata ufficializzata nel lontano 1955.
[Foto credit: smh.com.au]