Il progetto di una nuova banca per lo sviluppo dei Brics: la Cina dirige operazioni e capitali. L’economia cinese dovrebbe tornare a crescere intorno al 7,5 per cento annuo. Una svolta nell’esercito: generali più giovani e meno corrotti. Giornalisti sempre più sotto controllo. Smascherato un funzionario corrotto. QUANTA CINA C’E’ NELLA NUOVA BRICS DEVELOPMENT BANK
La Cina non è solo il Paese che mette la quota più grande nella nuova Brics Development Bank e che la ospita, è anche quello che l’ha concepita e promossa maggiormente.
Alcune date: Xi Jinping e Li Keqiang si insediano nelle vesti di presidente e premier cinesi il 13-14 marzo 2013 e immediatamente dopo, il neopresidente parte per un viaggio in Russia, Africa e al summit Brics di Durban, dove lancia il progetto di “banca dello sviluppo”, che nel giro di un anno diventa realtà.
In realtà la "lunga marcia" era cominciata fin dalla crisi del 2008-2009, quando la svalutazione competitiva decisa dalla Federal Reserve aveva di fatto inferto un duro colpo alle riserve valutarie in dollari della Cina, frutto dell’acquisto del debito Usa. Da allora, Pechino ha avuto un chiodo fisso: emanciparsi dalla dittatura del dollaro e delle istituzioni finanziarie globali dominate dall’Occidente. Da un lato cerca di avere più voce in capitolo, in quelle istituzioni, ma dall’altro cerca di coltivarne di alternative. E i Brics sono l’approdo naturale.
MIGLIORA L’ECONOMIA
L’economia cinese, che secondo le intenzioni del governo dovrebbe crescere del 7,5 per cento a fine anno, ha avuto una piccola accelerazione nel secondo trimestre di quest’anno, segno che le politiche di mini-stimolo del governo hanno funzionato.
Il prodotto interno lordo è cresciuto del 7,5 per cento, accelerando dal 7,4 per cento dei primi tre mesi, che era il record negativo dell’ultimo anno e mezzo. Un piccolo miglioramento dovuto all’allentamento delle restrizioni poste al credito bancario, che ha dato più liquidità al mercato. Sono aumentati gli investimenti pubblici in infrastrutture e al contempo le tasse per le piccole imprese sono state tagliate.
Il mercato immobiliare è invece calato ulteriormente, segno che forse la ricetta di finanziare crescita senza gonfiare la bolla del mattone sta forse cominciando a funzionare.
Ma la politica delle infrastrutture è di lungo respiro? La Cina, si dice, ha ancora margine per ulteriori investimenti in ferrovie, linee metropolitane, infrastrutture idriche, progetti energetici e ambientali pulite, ma sarebbe ormai “a tappo” per quanto riguarda la costruzione di strade, autostrade, porti, e la produzione di energia tout court.
GENERALI PIU’ GIOVANI, “PULITI” E PROFESSIONALI
L’ultima tornata di promozioni ell’Esercito Popolare di Liberazione rivela che il presidente Xi Jinping sta cercando di creare una nuova generazione di capi militari relativamente giovani, meglio addestrati e meno corrotti. Intanto, prosegue la campagna anticorruzione nell’Esercito Popolare di Liberazione.
La settimana scorsa, Xi ha promosso una ventina di ufficiali al rango di generale. Sono sotto i 60 anni, hanno iniziato dai livelli più bassi della gerarchia e sono approdati poi ai corpi di elite, distinguendosi in operazioni multi-missione. Questa selezione meritocratica fa pensare che sia finita la compravendita dei gradi nell’esercito mentre i vertici della Commissione Militare Centrale – l’organismo di Partito che “governa” l’esercito – fanno sapere che continueranno le ispezioni che di recente hanno portato all’incriminazione di diversi alti ufficiali.
GIORNALISTI RISERVATI
I giornalisti cinesi saranno ora tenuti a firmare un accordo di riservatezza con i loro datori di lavoro prima di poter ottenere un accredito stampa, in quella che appare la naturale conseguenza del nuovo regolamento, varato la settimana scorsa, che impone loro di non diffondere in alcun modo informazioni che non siano state ancora controllate e quindi pubblicate.
Per avere accesso a interviste ufficiali o a eventi formali – come per esempio le sedute del congresso del popolo – i giornalisti dovranno firmare un accordo di riservatezza. Da parte loro, tutti gli uffici amministrativi concederanno interviste solo ai giornalisti che esibiscono l’accredito.
PORNO BUDDISTA
Nell’ambito della campagna anticorruzione che dura ormai da un anno e mezzo, ci si comincia a divertire. Un funzionario cinese è stato licenziato dopo il rinvenimento, in una delle sue 34 proprietà immobiliari, di una scorta di film porno nascosta sotto una statua di Buddha. Va ricordato che i funzionari cinesi sono tenuti, in teoria, ad avere una condotta morale ineccepibile anche nelle vicende personali.
Wu Zhizhong, un alto funzionario 63enne della Mongolia Interna, è l’ultimo ufficiale che vede la propria carriera distrutta dalla campagna “contro le tigri e le mosche”.
Aveva comprato almeno 34 immobili, tra cui uno in Canada. In uno di questi, sono stati sequestrati duemila pacchi di denaro contante, lingotti d’oro e d’argento, preziosi dipinti e orologi costosi. Una stanza era stata addirittura trasformata in tempietto buddista, dove il signor Wu trascorreva lunghe sessioni giornaliere di studio dei sutra. Sotto la statua di Buddha, gli investigatori hanno trovato un centinaio di film porno.