Oggi in Asia – Zardari, il Kashmir e l’Onu

In by Simone

La stampa indiana attacca le frasi del presidente pakistano Zardari che ha definito la questione del Kashmir un fallimento dell’Onu. Nello Sri Lanka chiude il campo profughi di Menik Farm e in Thailandia non si ferma la violenza politica.

PAKISTAN – Zardari: Kashmir fallimento dell’Onu

Il presidente pakistano, Ali Asif Zardari, ha definito la questione del Kashimir un simbolo del fallimento del sistema delle Nazioni Unite. Frasi pronunciate in occasione dell’Assemblea generale dell’Onu che si è aperta ieri a New York.

Continueremo a sostenere i diritto della popolazione del Jammu e del Kashmir di scegliere in modo pacifico il loro destino secondo quanto stabilito dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza”, ha detto Zardari.

La frase del presidente pachistano, che ha esortato l’Assemblea a prendere posizione contro le offese verso l’islam, sono state riprese soprattutto dalla stampa indiana. New Delhi contende a Islamabad la sovranità sulla regione divisa tra i due Paesi con la partizione del 1947.

Da decenni gli stati del Jammu e del Kashmir (sotto amministrazione indiana) sono teatro di una lotta per l’autonomia portata avanti dalla maggioranza musulmana contro l’esercito di New Delhi.

SRI LANKA – Chiude Menik Farm

Le Nazioni Unite hanno accolto con soddisfazione la chiusura di Menik Farm, uno dei più grandi campi profughi istituiti durante la guerra civile nello Sri Lanka dove un tempo avevano trovato rifugio 225mila persone.

E’ un passo importante quando sono trascorsi tre anni dalla fine del conflitto”, ha detto il coordinatore Onu per gli affari umanitari nello Sri Lanka, Subinay Nandy, “La chiusura del campo è un passo della transizione dal conflitto alla pace possibile”.

Tuttavia le Nazioni Unite hanno espresso la loro preoccupazione per il destino di quei profughi che non potranno far ritorno nei loro terre e case perché occupate dai militari.

Thailandia – Nuovi scontri tra rossi e gialli

La riconciliazione in Thailandia non è ancora pienamente avvenuta. Centinaia di esponenti dei movimenti delle camicie rosse e gialle, rispettivamente sostenitori dell’ex premier Thaksin Shinawatrae e della monarchia, si sono scontrate Bangkok davanti a un commissariato di polizia.

I manifestanti si erano radunati in attesa dell’interrogatorio di una professoressa filomonarchica convocata dalla polizia dopo aver denunciato per lesa maestà un leader dei rossi,  Darunee Kritbunyalai, che ha sua volta l’ha denunciata per diffamazione.

Gli scontri sono scoppiati verso le11 quando un gruppo di manifestanti in camicia gialla ha distrutto il parabrezza di un furgoncino usato da una radio vicina ai rivali.

[Foto credit: dawn.com]