Visita di tre giorni in India per il presidente cinese Xi Jinping. Gli investimenti diretti esteri cinesi sono più che raddoppiati, al minimo gli investimenti esteri in Cina. Il processo a Ilham Tohti e le indagini su alcuni funzionari del Pcc fuggiti all’estero. Sospensione e condanna a morte per un funzionario accusato di corruzione e abuso di potere. XI IN INDIA PUNTA IN ALTO
Il presidente xinese Xi Jinping è arrivato in India per una visita di tre giorni. Mentre i media corporate occidentali sottolineano le tensioni tra i due Paesi sul confine himalayano e nel mar cinese meridionale, Xi, in un articolo di suo pugno comparso su “The Hindu”, ha in realtà rilanciato la partnership tra la prima e la terza economia asiatica in termini estremamente materiali: investimenti, apertura dei mercati e sinergie. Proprio quello che probabilmente voleva sentirsi dire il premier indiano Modi. Tre i colpi ad effetto del presidente cinese: la promessa di investimenti cinesi per sviluppare l’industria indiana, l’invito alle imprese d’avanguardia del vicino (soprattutto farmaceutiche e dell’IT) a “trovare la propria opportunità in Cina”, e la visione di lungo periodo per cui “la combinazione della "fabbrica del mondo" (la Cina) e del "back office del mondo" (in riferimento all’industria dei servizi indiana) produrrà la base produttiva più competitiva e il mercato di consumatori più attraente [del mondo]”. Ora si attendono gli sviluppi.
IL RIBALTAMENTO DELL’ECONOMIA
Gli investimenti diretti cinesi all’estero sono più che raddoppiati, mentre gli investimenti stranieri in Cina hanno toccato il loro minimo degli ultimi quattro anni. È l’ennesimo segno che l’economia cinese si sta ribaltando: da fabbrica del mondo a player globale.
Trent’anni fa, il boom della Cina fu in gran parte foraggiato dagli investimenti stranieri e dalla delocalizzazione produttiva oltre Muraglia. Oggi, è la Cina che esporta parte delle sue riserve.
Negli investimenti diretti all’estero, Pechino non fa differenze tra amici e nemici: si è verificato un vero e proprio boom nella UE, ma anche in Giappone, Russia e, seppur in tono minore, Usa.
STATO DI DIRITTO 01 – ILHAM TOHTI
Dovrebbe iniziare oggi il processo a lham Tohti, il professore di economia di origine uigura accusato di separatismo. Il processo si terrà a Urumqi, capitale dello Xinjiang.
Tohti è stato arrestato a Pechino lo scorso gennaio con l’accusa di promuovere l’indipendenza dello Xinjiang mentre i suoi scritti appaiono soprattutto un appello alla mediazione tra etnie e al rispeto dei diritti umani. Il suo arresto rientra nel più ampio giro di vite contro le violenze di cui il governo cinese accusa militanti islamici separatisti e che si sono ripetute nell’ultimo anno. I legali di Tohti denunciano diverse violazioni dei suoi diritti durante il periodo di detenzione.
STATO DI DIRITTO 02 – OPERAZIONE CACCIA ALLA VOLPE
La Commissione Centrale di Ispezione e Disciplina, l’agenzia cinese che si occupa dei crimini all’interno del Partito comunista e che sovrintende la campagna anticorruzione lanciata quasi due anni fa, starebbe indagando funzionari riparati all’estero e avrebbe chiesto la collaborazione delle autorità straniere. Diplomatici Usa, britannici, canadesi e australiani hanno dichiarato al Financial Times di subire crescenti pressioni affinché collaborino all’operazione “Caccia alla volpe”. Non è chiaro se le indagini avvengano dalla Cina o nel territorio dei Paesi stranieri. Il problema risiede nel fatto che la “Commissione” è un organismo politico che non corrisponde ai criteri legali di uno Stato di diritto.
STATO DI DIRITTO 03 – PENA DI MORTE PER CORRUZIONE
Un ex funzionario di Hangzhou (Zhejiang) è stato condannato a morte con sospensione di due anni (il che in genere prelude a una commutazione all’ergastolo) per corruzione e abuso di potere.
Zhang Xin, ex vice capo dell’ufficio di edilizia pubblica, è stato riconosciuto colpevole di avere preso tangenti per un totale di 124 milioni di yuan (20 milioni di dollari), sotto forma di contanti, automobili e appartamenti. Zhang è stato anche riconosciuto colpevole di avere causato perdite patrimoniali allo Stato per un valore di 89 milioni di yuan e di appropriazione indebita per 10,5 milioni di yuan.
[Foto credit: indiatoday.in]