Le forze di sicurezza pakistane hanno sgomberato alcuni manifestanti antigovernativi che avevano occupato la sede della tv pubblica. Prima, e contenuta, epidemia di dengue in Giappone in sessant’anni. Visto malaysiano rifiutato per un’attivista neozelandese. PAKISTAN – Forze di sicurezza sgombrano la sede della tv pubblica
Le forze di sicurezza pakistane sono intervenute contro i manifestanti antigovernativi che avevano occupato la sede della televisione pubblica.
In precedenza si erano verificati scontri tra la polizia e i manifestanti che da giorni chiedono le dimissioni del primo ministro Nawaz Sharif. I dimostranti sono sostenitori dell’ex campione di cricket, prestato alla politica, Imran Khan e del religioso sufi ed esperto di legge Tahir ul Qadri.
Le manifestazioni vanno avanti dallo scorso 14 agosto, giorno dell’indipendenza. Da due settimane la capitale Islamabad è teatro di sit-in e comizi, pacifici sino allo scoppio della violenza lo scorso sabato. Il premier continua tuttavia a respingere l’ipotesi dimissioni, mentre i due leader dell’opposizione hanno esortato i sostenitori a collaborare con l’esercito
GIAPPONE – Prima epidemia di dengue dal ’45
Oltre venti cittadini giapponesi hanno contratto la febbre dengue, nella prima epidemia di malattia dal 1945. Lo ha confermato oggi il Ministero della salute di Tokyo.
Sarebbero tutti giovani di età intorno ai vent’anni che negli ultimi giorni si sono recati al parco di Yoyogi, una delle oasi verdi della capitale nipponica, molto popolare tra le fasce più giovani della popolazione e frequentato da artisti di strada.
È qui infatti che starebbero proliferando le zanzare portatrici del virus. Quasi mille litri di insetticida sono stati spruzzati nel parco nel tentativo di uccidere le zanzare infette. Negli ultimi anni, il ministero della salute ha registrato almeno 200 casi di dengue all’anno, tutti in cittadini giapponesi che si erano recati all’estero, in particolare in Sudest asiatico.
MALAYSIA – Rifiutato visto per un’attivista anti-miniere
La Malaysia ha rifiutato l’ingresso a un’attivista neozelandese contro le miniere già finita agli arresti in passato per proteste contro gli impianti di lavorazione delle terre rare.
Natalie Lowrey era partita domenica da Bali per presenziare al processo contro 15 malaysiani arrestanti assieme a lei lo scorso giugno durante una protesta contro l’impianto dell’australiana Lynas, con l’accusa di rivolta e assembramento illegale. Lowrey risulta iscritta nella lista nera della polizia. Sotto fermo per 15 ore all’aeroporto di Kuala Lumpur è stata imbarcata su un volo di ritorno per l’Indonesia.
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