La consueta cerimonia di chiusura dei varchi frontalieri tra India e Pakistan a Wagah si è tenuta anche oggi, un giorno dopo un violento attacco rivendicato dai Taliban. In Bangladesh, confermata la condanna a morte per Mohammad Kamaruzzaman, leader del partito Jamaat-e-islami. Singapore si unisce alla compagine internazionale anti-Is.INDIA/PAKISTAN – Ammaina bandiera nonostante l’attentato
India e Pakistan hanno deciso di non sospendere una cerimonia militare che si tiene ogni giorno al confine tra i due Paesi. La scelta fa discutere perché arriva ad appena un giorno di distanza da un attacco suicida che ha ucciso decine di persone.
Nonostante l’esistenza di piani per la sospensione della cerimonia, rivela la Bbc, l’esercito di Islamabad ha deciso di lanciare un segnale forte di unità contro il terrorismo. Dal 1971, anno del conflitto tra i due Paesi, la cerimonia dell’ammaina bandiera a Wagah non è mai stata annullata. Molte persone hanno assistito alla cerimonia – una parata congiunta dei militari frontalieri che si conclude con la chiusura dei varchi – sul lato pachistano, nessun sul lato indiano.
Una bomba è esplosa ieri a breve distanza dal checkpoint sul lato pachistano del confine. Il bilancio è di almeno 55 morti e di molti feriti. I Taliban pakistani (Ttp) hanno rivendicato l’attentato. Da mesi il governo di Islamabad è impegnato in una lotta alle frange islamiste dopo il fallimento dei tentativi di negoziato.
BANGLADESH – Confermata la condanna a morte del leader islamista
Violenze tra opposte fazioni hanno accompagnato la conferma della condanna a morte per il leader islamista bangladeshi, Mohammad Kamaruzzaman. Il leader della Jamaat-e-islami, principale partito religioso del Paese, è accusato di genocidio e torture per ruolo avuto a sostegno di Islamabad durante il conflitto per l’indipendenza dal Pakistan nel 1971.
La sentenza conferma la condanna inflitta lo scorso marzo dal tribunale speciale istituito dal governo e arriva quando è trascorsa una settimana dalla condanna a morte di un altro leader del partito, Motiur Rahman Nizami.
L’eredità del conflitto continua a segnare la politica bangladeshi. Per l’opposizione il tribunale speciale è uno strumento di lotta politica in mano al governo. Divergono inoltre i numeri sulla tragedia. Le stime su circa tre milioni di morti sono considerate da molti troppo alte e non verificabili.
SINGAPORE – La città-Stato nella coalizione anti-Is
Singapore si unirà alla coalizione contro lo Stato islamico. L’annuncio è stato dato in Parlamento dal ministro della Difesa, Ng Eng Hen e ribadito dal collega all’Interno, Teo Chee Hean. Quest’ultimo ha motivato la decisione spigando che in questo modo Singapore contribuirà alla propria sicurezza. L’impegno della città-Stato non prevede l’invio di militari in Irak o Siria. Ufficiali singaporiano saranno invece di nei Paesi vicini con compiti di sostegno e pianificazione.
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