Oggi in Asia – Tifone Haiyan, gli Usa mandano aiuti

In by Simone

Il presidente filippino Aquino proclama lo stato di calamità nazionale per il passaggio del tifone Haiyan mentre  arrivano i primi  aiuti. La Corte internazionale di giustizia dà ragione alla Cambogia nella disputa con la Thailandia attorno a Preah Vihear. Il premier indiano boicotterà il vertice Commonwealth. Filippine – Gli Usa mandano gli aiuti

Si temono diecimila vittime per il tifone Haiyan che ha colpito nel weekend le Filippine. Centinaia di migliaia sono le persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni. Molte di loro sono state sorprese dal repentino innalzamento delle acque in seguito alle potenti piogge dei giorni scorsi.

Secondo le autorità Filippine, riferisce Reuters, la catastrofe è paragonabile allo tsunami del 2004. Il presidente Benigno Aquino ha oggi dichiarato lo stato di calamità nazionale, pur esortando alla cautela nel dare cifre sul numero delle vittime,  per evitare il panico, chiedendo di attenersi ai dati ufficiali dell’agenzia per la gestione dei rischi naturali.

Mentre il governo di Manila invia i militari nelle zone interessate dal tifone, gli aiuti arrivano anche dall’estero. Tra i primi gli USA: ieri il presidente Barack Obama ha espresso la vicinanza del popolo americano alle vittime Filippine di Haiyan. L’agenzia Usa per lo sviluppo (Usaid) ha programmato la consegna di 55 tonnellate di provviste alimentari per sfamare oltre 35mila persone nei primi 5 giorni di emergenza.

L’agenzia ha inoltre dichiarato domenica scorsa che il governo di Washington ha reso disponibili 100mila dollari in risposta alle richieste di Manila di assistenza internazionale. Intanto, sono arrivati nelle Filippine centrali da Okinawa nel Sud del Giappone i primi 90 marine americani.

CAMBOGIA – L’Onu dà ragione a Phnom Penh nella disputa con Bangkok

La Corte internazionale di giustizia ha assegnato alla Cambogia la sovranità sull’area contesa con la Thailandia attorno al tempio di Preah Vihear. La decisione all’unanimità della corte delle Nazioni Unite rischia di innescare nuove proteste a Bangkok per fare pressioni sul governo che già deve fronteggiare le manifestazioni dell’opposizione contro la proposta di amnistia. 

Nelle intenzioni il provvedimento servirà  a pacificare il paese da dieci anni funestato da scontri politici. Per l’opposizione permetterà  il ritorno in patria del controverso ex premier in esilio, Thaksin Shinawatra, fratello maggiore della premier Yingluck.

Con il verdetto di oggi la corte Onu ha messo chiarezza sulla decisione del 1962 di assegnare la sovranità cambogiana sul tempio, uno dei capolavori dell’arte khmer, risalente all’undicesimo secolo. L’area, ritornata al centro degli interessi thailandesi con la nomina a patrimonio Unesco, è stata teatro di scontri armati tra le truppe dei due paesi, che ad aprile del 2011 fecero 18 morti e migliaia di sfollati.

India – summit Commonwealth, anche Singh boicotta

Anche Manmohan Singh boicotterà il vertice dei leader del Commonwealth. In giornata il primo ministro indiano ha fatto sapere al presidente singalese, Mahinda Rajapaksa, che invierà in sua vece il ministro degli esteri.

Dietro la decisione del premier indiano ci sarebbe la questione della violazione dei diritti umani. In particolare, l’accusa è rilanciata anche dal premier inglese David Cameron, Rajapaksa deve rispondere delle accuse di crimini di guerra durante la campagna del governo di Colombo contro le tigri Tamil nel 2009, un conflitto che in 26 anni ha causato 100mila vittime.

Quella di Singh è la seconda rinuncia di un capo del governo a partecipare al prossimo summit dei paesi un tempo parte dell’impero britannico. Secondo alcuni osservatori la decisione del premier indiano favorirà l’avanzata dell’influenza cinese in Sri Lanka. A ottobre per le stesse ragioni addotte da Singh, liquidate da Colombo come ‘problemi politici interni’, il premier canadese Stephen Harper aveva annunciato la sua assenza.

[Foto credit: nbcsandiego.com]