Come nel 1995, soldati Usa di stanza a Okinawa nuovamente coinvolti in un caso di stupro, mentre crescono insofferenza e rabbia per la presenza statunitense sull’isola. La Corea del Nord cerca di attirare i turisti cinesi e il Pakistan deve fronteggiare le alluvioni.
Giappone – Soldati Usa accusati di stupro
Due soldati statunitensi di stanza a Okinawa sono stati arrestati con l’accusa di stupro. Nell’isola nipponica dove sono basati circa 20mila soldati Usa la tensione torna a salire, in un momento in cui i giapponesi fanno sentire con sempre maggiore insistenza la loro opposizione alla presenza statunitense.
La memoria torna al 1995 e allo stupro di una dodicenne compiuto da tre militari a stelle e strisce. Tra la popolazione aumenta la rabbia per il comportamento delle truppe Usa e per l’impressione di essere considerati cittadini di serie B dal governo centrale.
L’ultimo punto di frizione tra gli abitanti di Okinawa e le truppe è stato il dispiegamento di 12 convertiplani Osprey MV-22, mezzi coinvolti in una serie di incidenti che fanno temere per la sicurezza della popolazione. Negli ultimi mesi intanto Washington e Tokyo hanno trovato l’accordo per il dislocamento di 9mila marine in altre basi.
Corea del Nord – Voglia di turisti
La Corea del Nord punta sul turismo cinese. Secondo quanto riferito dal China Daily, Pyongyang ha iniziato un programma di sviluppo delle proprie infrastrutture per accogliere sempre più visitatori dalla Cina.
Lo scorso anno tra i 60mila e i 70mila cinesi hanno hanno scelto di visitare il nord della penisola coreana, designato due anni meta turistica dal governo di Pechino.
Quello che fino ad allora era un piccolo business, ristretto ai residenti della città di frontiera Dandong, ha iniziato a fruttare con un giro d’affari attorno ai 200 milioni di dollari.
Un programma in linea con il cambio di strategia nordcoreano che, spiegano gli esperti citati dal quotidiano cinese, sta spostando l’attenzione dal settore militare all’agricoltura, all’industria leggera e ai servizi.
Pakistan – Morti e sfollati per le alluvioni
È di almeno 455 morti e cinque milioni di persone colpite il bilancio delle alluvioni che per cinque settimane hanno flagellato il Pakistan. Situazione che sembra ripetersi uguale da ormai due anni.
Nel 2010 il Paese fu colpito dalle più gravi inondazioni della sua storia, che fecero oltre 1.800 morti e 21 milioni di alluvionati. Come due anni fa, spiga la protezione civile, le aree più colpite sono state le province del Sindh, del Punjab e del Beluchistan.
Dall’inizio di settembre almeno 260mila pachistani hanno trovato rifugio nei campi di accoglienza.
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