In Sri Lanka parte un’indagine sul numero dei morti della guerra civile del 2009, dopo le contestazioni del vertice del Commonwealth il mese scorso. Il Giappone minaccia di fare ricorso alla Corte internazionale di giustizia contro la Corea del Sud. A Singapore arrestati due sospettati dell’attacco al sito dell’Istana. SRI LANKA – Censimento dei morti nella guerra civile
Trascorsi quattro anni dalla fine delle guerra civile lo Sri Lanka censirà le vittime del conflitto durato un quarto di secolo. La decisione è stata presa su pressione internazionale affinché sia fatta giustizia e si indaghi sulle presunte uccisioni di massa di civili durante l’ultima fase della guerra contro la guerriglia separatista delle Tigri Tamil, sconfitta militarmente a maggio 2009.
Le accuse di crimini di guerra hanno offuscato l’immagine del Paese che nelle scorse settimane ha ospitato il vertice dei leader del Commonwealth boicottato tra gli altri dal premier canadese, indiano e delle Mauritius.
Almeno 16mila funzionari andranno casa per casa a raccogliere informazioni. Secondo l’Onu sono almeno 40mila i civili uccisi nell’ultima fase del conflitto. Vittime la cui sorte ricade sia sul governo cingalese sia sui ribelli. Il bilancio delle vittime entra nell’ambito delle iniziative legato al rapporto della Commissione per la riconciliazione pubblicato a novembre del 2011. Un documento che per i gruppi per la tutela dei diritti umani elude le responsabilità per le atrocità compiute dal governo.
GIAPPONE – Ricorso all’Aja contro Seul
Il Giappone ha avvertito la Corea del Sud dell’ipotesi di ricorrere alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja se sarà confermato il verdetto che impone alle aziende nipponiche di risarcire i coreani sfruttati e costretti al lavoro forzato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Secondo quanto riporta l’agenzia Jiji Press, il ministero degli Esteri giapponesi a consigliato alle società coinvolte, tra cui la Nippon Steel & Sumitomo Metal Corp, di non pagare i risarcimenti per evitare che la misura possa ricadere anche su altre aziende del Sol Levante. Per gli imprenditori giapponesi il verdetto rischia di influire sui rapporti economici tra Tokyo e Seul.
Lo scorso giugno i giudici sudcoreani accolsero le richieste di nove lavoratori che ora potranno chiedere risarcimenti alla Mitsubishi Heavy Industries Ltd. e alla Nippon Steel Corp. sia per i mancati stipendi sia per le violenze fisiche e psicologiche subite.
SINGAPORE – Arrestati gli hacker del sito dell’Istana
Due uomini sono stati arrestati per avere hackerato il sito del presidente di Singapore, Tony Tan. I due, di 17 e 42 anni sono stati individuati dopo la denuncia dell’amministratore del sito dell’Istana, la residenza ufficiale del capo di stato singaporeano.
Lo scorso 8 novembre, sulla pagina web era apparso un messaggio di scherno alle autorità e la foto della maschera di Guy Fawkes, diventata simbolo del gruppo di cyberattivisti Anonymous. Un’ora prima anche il sito del primo ministro Lee Hsien Loong era stato attaccato.
Nonostante la polizia della città-stato non abbia rivelato l’identità dei due arrestati, ci sono buone ragioni per credere che tra gli arrestati ci sia Doolson Moo, un uomo d’affari 42enne. Questi la scorsa settimana in un’intervista allo Straits Times ha dichiarato di essere riuscito a penetrare nel sito dell’Istana per testarne la vulnerabilità e di essere poi riuscito a postare sulla pagina un’immagine di una donna con il dito medio alzato e una frase offensiva diretta al presidente in un dialetto della Cina meridionale.
[Foto credits: srilankabrief.org]