In Pakistan assolta Rimsha Masih, la quattordicenne accusata di blasfemia con prove contraffatte. PArk Geun-hye candidata conservatrice alla presidenza sudocoreana non apprezza un dipinto satirico e il Nepal potrebbe andare alle elezioni la prossima primavera.
Pakistan – Rimsha assolta
Rimsha Masih è stata assolta. La quattordicenne pakistana affetta da disabilità era stata accusata di blasfemia da un imam per aver bruciato alcune pagine de Corano. Il caso aveva suscitato scandalo a livello internazionale e nel Pakistan stesso.
La ragazza era stata rilasciata su cauzione lo scorso 8 settembre dopo aver trascorso tre settimane in cella. Le indagini hanno dimostrato che Mohammed Khalid Crhisti, l’imam che l’aveva accusata ha infilato pagine del libro sacro in una busta della ragazza contenete carta brucia, fabbricando così le prove.
La blasfemia è un tema sensibile nel Paese in cui il 97 per cento della popolazione è musulmano. Secondo attivisti della comunità cristiana, citati dalla Bbc, negli ultimi 20 anni almeno 30 persone accusate di blasfemia sono state uccise da folle inferocite o vigilantes della frange più fondamentaliste.
Sull’onda del caso Alleanza delle minoranze pakistane, organizzazione non governativa guidata dal ministro cattolico Paul Bhatti, ha avanzato la proposta di formare una commissione che riunisca leader cristiani, esperti, avvocati e leader musulmani per esaminare i casi di supposta blasfemia.
COREA DEL SUD – Satira non gradita
Il Saenuri Party, al governo in Corea del Sud, ha chiesto le scuse ufficiali del pittore Hong Sung-dam per un dipinto che ritrae la candidata conservatrice alle presidenziali di dicembre, Park Geun-hye.
Park è ritratta al momento del parto. Il neonato indossa un paio di occhiali da sole, un riferimento al look del padre della candidata, il dittatore Park Chung-hee, al potere a Seul tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.
I legami familiari sono uno dei punti più controversi della candidatura di Park, possibile prima donna alla guida del Corea del Sud, che nei mesi scorsi è stata pressata affinché prendesse le distanze dalle politiche del genitore che contribuirono sì alla modernizzazione del Paese, ma a scapito della libertà e dei diritti civili. Hong Sung-dam ha negato ogni intento diffamatorio e rimarcato che la sua opera ha un messaggio antiautoritario.
NEPAL – Si vota in primavera
Si terranno ad aprile, al massimo maggio le elezioni per l’Assemblea costituente nepalese che dovranno mettere fine allo stallo politico sul tetto del mondo. Lo ha annunciato il governo a guida maoista, al potere dopo il fallimento della precedente assemblea che non è riuscita ad approvare una nuova Costituzione nei tempi previsti, dopo la fine della guerra civile nel 2006 e la caduta della monarchia.
Il voto che inizialmente si sarebbe dovuto tenere questa settimana è stato posticipato per divergenze tra i principali partiti. L’opposizione aveva giudicato unilaterale la scelta del 22 novembre come data del voto e chiede un governo di unità nazionale. Alla crisi politica si accompagna quella economica, con il governo che non ha ottenuto l’approvazione del bilancio da parte del presidente Ram Baran Yadav e da allora vive nell’emergenza.