In India viene testata la nuova centrale nucleare di Kudankulam, che dovrà dare energia allo stato indiano del Tamil Nadu. In Myanmar, Aung San Suu Kyi riceve il premio Sakharov per la libertà di pensiero. Amnesty accusa gli Stati Uniti per i raid con i droni in Pakistan. INDIA – Test di prova per la centrale di Kudankulam
La prima unità della centrale nucleare di Kudankulam, nello stato indiano del Tamil Nadu, è stato testata oggi e tenuta in funzione per due ore in quello che è considerato un passo decisivo nell’accordo sull’atomo tra New Delhi e Mosca.
Il test è stato condotto con sei anni di ritardo rispetto ai tempi previsti, per le proteste della popolazione locale, che hanno preso forza negli ultimi due anni sulla scia del disastro nucleare di Fukushima a marzo del 2011. Ci sono inoltre ancora lacune sulle responsabilità in caso di incidente, che tiene in sospeso l’accordo per altri due reattori.
L’unità, che ha fornito energia alla terza, quella meridionale, delle griglie che coprono l’India, funzionerà a metà della propria capacità fino al 26 ottobre e raggiungerà il massimo di mille megawatt entro sei settimane.
Dalla Russia dove era in visita ieri, il primo ministro indiano, Manmohan Singh, ha definito Kudankulam un simbolo importante del rapporto strategico con Mosca. “Ho confermato a Putin il nostro impegno a portare avanti i progetti di cooperazione nucleare siglati durante la sua visita in India nel 2010. Abbiamo assegnato ai nostri funzionari il compito di risolvere al più presto le questioni in sospeso”, ha spiegato il premier.
MYANMAR – Aung San Suu Kyi riceve il premio Sakharov
Con 23 anni di ritardo la leader dell’opposizione birmana , Aung San Suu Kyi, ha ritirato il premio Sakharov per la libertà di pensiero che le fu assegnato nel 1990 dall’Unione europea, ma che non potè ritirare perché messa ai domiciliari dalla giunta militare al potere fino al 2011.
La Signora, come è chiamata dai suoi sostenitori, fu la terza a ricevere il riconoscimento intitolato allo scienziato e dissidente sovietico Andrei Sakharov, andato prima di lei a Nelson Mandela e al leader della rivoluzione di velluto cecoslovacca, Alexander Dubček.
Nel suo discorso Aung San Suu Kyi ha evidenziato l’importanza delle libertà di pensiero e opinione e ha voluto sottolineare il ruolo della Ue nel processo democratico che sta attraversando il Mynamar. Alla domanda se in caso di calo degli aiuti europei, il paese si potrebbe affidare alla Cina, la premio Nobel per la Pace ha risposto che si tratta di un paese confinante con cui intende mantenere buoni rapporti.
PAKISTAN – Le responsabilità per l’uso dei droni
Gli Stati Uniti sono responsabili delle uccisioni fuori da ogni norma, che in alcuni casi sono alle stregua di crimini di guerra, condotte con l’uso dei droni in Pakistan. Amnesty International mette gli Usa davanti alle proprie responsabilità per la strategia anti-terrorismo adottata nelle aree tribali del paese dei puri. Il rapporto dell’organizzazione è stato presentato in contemporanea con quello di Human Rights Watch sui raid degli aerei comandati a distanza nello Yemen.
I droni sono diventati parte integrante della lotta di Washington contro la galassia islamista e i talebani. Tuttavia l’uso di questi velivoli è oggetto di un’indagine Onu che ne contesta la legittimità sul piano del diritto internazionale.
Alle vittime tra militanti e leader islamisti, si aggiungono i morti tra la popolazione civile. La scorsa settimana l’inchiesta delle Nazioni Unite ha svelato che negli attacchi statunitensi sono morti almeno 400 civili, ben più di quanto gli Stati Uniti abbiano mai ammesso. L’inviato speciale Ben Emmerson ha accusato Washington di mettere a rischio le norme internazionali, favorendo l’uso di armi letali fuori dai teatri di guerra.