Un tribunale thailandese ha confermato che la morte del fotoreporter Fabio Polenghi nel maggio 2010 è stata causata da un proiettile dell’esercito. L’India sigla un accordo economico con il Giappone per l’importazione di tecnologia per l’alta velocità ferroviaria. Nove fuggiaschi nordcoreani rimpatriati dalla Cina. THAILANDIA – Fabio Polenghi ucciso da un proiettile dei militari
L’inchiesta sulla morte del fotogiornalista Fabio Polenghi ha portato a un primo risultato. Il reporter italiano morto a Bangkok nel maggio 2010 è stato ucciso da un proiettile sparato da un’arma in dotazione alle forze di sicurezza nazionali. Non ci sarebbero infatti prove che ci fossero altri gruppi armati nell’area dove il fotogiornalista freelance è stato ucciso.
Polenghi, 48 anni, era a Bangkok per seguire la proteste delle "camicie rosse" contro il governo dell’allora premier Abhisit Vejjajiva. Durante gli scontri, durati per circa due mesi, morirono oltre 90 persone tra manifestanti, militari e giornalisti. Un fatto "positivo ma non è la soluzione del caso", ha dichiarato alla stampa la sorella del reporter, Elisabetta.
INDIA – Ok al treno proiettile giapponese
L’India userà tecnologia giapponese per costruire la linea di alta velocità ferroviaria che collegherà Mumbai a Ahmendabad nell’ambito di un piano di consistente pacchetto di investimenti infrastrutturali.
A questo fine il premier indiano Manmohan Singh e la sua controparte giapponese Abe Shinzo si sono accordati sui termini economici dell’operazione. Tokyo ha predisposto un pacchetto di prestiti da circa 1 miliardo di dollari per la costruzione della ferrovia, battendo la concorrenza del Tgv francese. I due leader comunicheranno al più presto i dettagli dello studio di fattibilità della ferrovia.
L’India rientra a pieno titolo nella grand strategy del governo nipponico che cerca il rilancio della Japan Inc. all’estero. Punto cruciale della strategia di Abe è la vendita di tecnologia ferroviaria e per la produzione di energia ai paesi in via di sviluppo.
COREA DEL NORD – Rimpatriati fuggiaschi dalla Cina
Alcuni cittadini nordcoreani fuggiti illegalmente dal loro paese sono stati rimpatriati dalla Cina. Tutti di età compresa tra i 15 e i 23 anni, sono stati catturati in Laos a inizio settimana e riportati a Pechino. Da qui, secondo fonti del governo sudcoreano, sarebbero stati poi fatti rientrare in patria ieri sera con un volo della Air Koryo.
I nove fuggitivi erano scappati in Laos il mese scorso, passando sempre dalla Cina. Il 10 maggio scorso, poi, erano stati fermati dalle autorità laotiane. In quell’occasione Seul aveva richiesto di inviare i fuggitivi in Corea del Sud, ma Vientiane aveva rifiutato. Ora le autorità sudcoreane, che hanno intenzione di sollevare la questione delle deportazioni di nordcoreani di fronte alle organizzazione internazionali, temono che i nove possano affrontare punizioni severe.
[Foto credits: bangkokpost.com]