Abdus Salam fu uno dei pionieri degli studi che la scorsa settimana hanno portato alla scoperta del bosone di Higgs, ma per la sua appartenenza religiosa è ostracizzato in Pakistan. Timor Est si prepara al ritiro dei peacekeeper e l’economia nordcoreana sorride.
PAKISTAN – Ostracismo contro lo scienziato legato alla particella di Dio
In patria il nome di Abdus Salam è quasi messo al bando. Eppure il lavoro pionieristico del fisico pakistano, premio Nobel nel 1979, è legato alla scoperta la scorsa settimana di una nuova particella dove dovrebbe trovarsi il bosone di Higgs. Ossia la particella del cosiddetto “modello standard” la cui esistenza doveva essere ancora dimostrata(certo serviranno ancora verifiche). La cosiddetta particella di Dio rende infatti possibile spiegare perché buona parte delle particelle elementari sono dotate di una massa.
La particella era prevista dalla teoria dell’interazione elettrodebole ma non ne era ancora stata rilevata sperimentalmente. Nel 1964 il britannico Peter Higgs sviluppò una teoria per la rottura spontanea di simmetria, il cosiddetto meccanismo di Higgs.
Tale meccanismo produce la rottura spontanea della simmetria elettrodebole e quindi le masse di fermioni e bosoni di gauge, senza che si abbia un’esplicita rottura della simmetria di gauge. Esso prevede, all’interno del modello generale di Glashow-Weinberg-Salam, che dopo la rottura spontanea della simmetria, resti una particella elettricamente neutra detta bosone di Higgs.
Dopo la scoperta del Cern di Ginevra la stampa pakistana in questi giorni ha dato risalto alla figura di Salam, nonostante l’ostracismo subito per la sua appartenenza alla minoranza religiosa ahmadiyya, un gruppo islamico considerato da molti eretico, dichiarato non musulmano dal Parlamento pachistano nel 1974 e vittima di persecuzioni e attentati.
Un ostracismo che nel confronto tra Pakistan e India prende ancora più rilievo se si considera che fu invece uno scienziato indiano Satyendranath Bose a introdurre la statistica delle particelle elementari indistinguibili ora chiamate bosoni in suo onore.
TIMOR EST – Dopo il voto via i peacekeeper
Xanana Gusmao, primo ministro uscente di Timor Est ,ed eroe della resistenza contro l’invasione e l’occupazione indonesiana, è il vincitore delle legislative nel giovane stato asiatico. Il suo Congresso nazionale per la ricostruzione (Cnrt) ha ottenuto 31 dei 65 seggi parlamentari, ossa la maggioranza relativa ma non quella assoluta.
All’orizzonte si profila l’ipotesi di un governo di coalizione per portare il Paese fuori dalle violenze che nel 2006 spinsero le Nazioni Unite a schierare proprie forze di peacekeeping. La sicurezza della tornata era tra i requisiti per il previsto ritiro del contingente Onu che dovrebbe iniziare il prossimo ottobre.
L’ipotesi di un governo di unità nazionale è stata avanzata al Cnrt e al suo principale sfidante, il Fretilin, dall’ex presidente della repubblica Ramos Horta e dal influente arcivescovo di Dili, Alberto Ricardo
Il primo intervento di un contingente internazionale risale al 1999, quando il governo indonesiano fu costretto su pressione internazionale a indire un referendum per concedere l’indipendenza concessa al Paese nel 2002, dopo tre anni di violenze tra la popolazione locale e i militari rimasti fedeli a Jakarta.
COREA DEL NORD – Economia con il segno più
Più 0,8 per cento. È il tasso di crescita dell’economia nordcoreana secondo le stime della Bank of Korea. Un passo avanti per il regime dopo la contrazione dello 0,5 per cento dell’anno precedente, secondo l’istituto sudcoreano.
Per il regime si tratta del secondo segno più in sei anni. Tra i Paesi più poveri al mondo, la Corea del Nord deve tuttavia fare i conti con catastrofi naturali, soprattutto alluvioni, e con le sanzioni internazionali contro il programma nucleare del regime.
Nonostante il declino del manifatturiero, scrive la Bank of Korea, l’economia ha beneficiato della buona annata agricola, favorita dal clima e dall’uso dei fertilizzanti, e dello sviluppo edilizio. Oltre che dell’aumento del volume del commercio con la Cina, notano alcuni esperti.
Tuttavia, quelle sudcoreane sono soltanto stime, non essendo disponibili ormai da decenni i dati ufficiali.
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