Il sindaco di Ulan Bator fa smantellare l’ultima statua di Lenin nella capitale e chiude i conti col passato. La compagnia telefonica giapponese Softbank diventa la terza più grande al mondo e in India un funzionario viene trasferito per aver indagato sugli affari della famiglia Gandhi.
MONGOLIA – Smantellata l’ultima statua di Lenin
Domenica scorsa ad Ulan Batoor, capitale della Mongolia, l’amministrazione cittadina ha rimosso l’ultima statua di Lenin, lascito dell’adesione al blocco sovietico abbandonato pacificamente nel 1990.
Il sindaco di Ulan Batoor, Bat-Uul Erdene, uno dei leader del movimento pro democrazia che contribuì alla svolta anticomunista della Mongolia, ha descritto Lenin come un assassino.
“Oltre 100 milioni di persone furono uccise durante l’era comunista […] più che in entrambe le guerre mondiali. E la persona che diede inizio a tutto questo fu Lenin” ha dichiarato Bat-Uul alle agenzie di stampa, mentre una piccola folla lanciava vecchie scarpe contro la statua.
La statua in bronzo di Lenin verrà messa all’asta con un prezzo di partenza di 400mila tugrik (224 euro).
GIAPPONE – Softbank terza compagnia telefonia mobile al mondo
La compagnia di telefonia mobile giapponese Softbank ha annunciato il raggiungimento dell’accordo economico per comprare il 70 per cento delle azioni di Sprint Nextel, terzo operatore mobile negli Stati Uniti.
Softbank pagherà 20,1 miliardi di dollari entro la metà del 2013, concludendo la più grande acquisizione straniera portata avanti da un’azienda giapponese.
Col controllo di Sprint Nextel, Softbank diventerà la terza compagnia di telefonia mobile al mondo, offrendo servizi ad oltre 96 milioni di utenti.
La notizia è stata accolta negativamente dal mercato giapponese, con le azioni di Softbank in calo del 16,3 per cento nella giornata di venerdì e del 6 per cento in apertura delle contrattazioni di lunedì, mentre a Wall Street la Sprint Nextel ha guadagnato il 14,3 per cento.
INDIA – Funzionario pubblico trasferito: indagava su malaffare famiglia Gandhi
Ashok Khemka, funzionario dell’Indian Administrative Service dello Stato dell’Haryana, stava indagando sulla compravendita di terreni della Sky Light hospitality, società controllata da Robert Vadra, genero della presidentessa dell’Indian National Congress Sonia Gandhi.
Il 12 febbraio 2008 Robert Vadra aveva acquistato dallo Stato dell’Haryana 3,53 acri di terreno, per la somma di 750mila rupie (10.900 euro). Quattro anni dopo lo stesso appezzamento è stato rivenduto da Vadra alla Dlf Universal a 5,8 milioni di rupie (84.180 euro).
L’affare ha indispettito Khemka che ha deciso di aprire un’inchiesta. Lo scorso 11 ottobre Khemka è stato trasferito, provvedimento sospetto giudicato dal funzionario “demoralizzante e disumano”.
Lo scandalo Vadra, l’ennesimo a colpire la famiglia Gandhi ed il partito del Congress, è stato denunciato la scorsa settimana da Arvind Kejriwal, ex membro di India Against Corruption che ha recentemente davto vita ad un nuovo partito anticorruzione.
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