Oggi in Asia – L’intelligence pakistana ha un nuovo capo

In Uncategorized by Simone

Cambio al vertice del potente e controverso servizio di intelligence miliare del Pakistan. Il generale Akhtar prende il posto di direttore generale al posto di Zaheerul Islam. Il Myanmar dà la cittadinanza a 209 musulmani. Inizia il processo per corruzione contro la leader dell’opposizione bangladeshi. Pakistan – Il generale Akhtar a capo dell’Isi

Il generale Rizwan Akhtar è stato nominato nuovo capo del potente e controverso Isi, il servizio di intelligence militare pakistano. Akhtar è considerato vicino al capo dell’esercito, generale Raheel Sharif.

A capo dei Ranger nella città meridionale di Karachi guidò una delle maggiori operazioni contro bande criminali e combattenti legati alla galassia talebana pakistana, operazioni che non hanno mancato di sollevare la preoccupazione dei difensori dei diritti umani, in merito agli abusi compiuti. Akhtar prende il posto di Zaheerul Islam, il cui mandato scadrà a ottobre


Myanmar – Cittadinanza per 209 musulmani

Il governo birmano ha dato la cittadinanza a 209 sfollati musulmani. Un primo passo nel progetto che punta a determinare lo status di 800mila rohingya, popolazione di origine bangladeshi e religione islamica, vittima di persecuzioni nel Paese dei pavoni e discriminata dalla maggioranza buddhista. Al momento sono circa 140mila quelli costretti a vivere nei campi, dopo l’ondata di violenze iniziata a metà del 2012.

Secondo i dati forniti alla Reuters dal ministero per l’Immigrazione, sono stato coinvolti nel programma pilota almeno 1.094 musulmani, nel capo di Myebo, distante circa 51 chilometri dalla capitale dello Stato di Rakhine e raggiungibile soltanto in in barca.


Bangladesh – La leader dell’opposizione a processo per corruzione

La leader dell’opposizione bangladeshi, Khaleda Zia è sotto processo con l’accusa di appropriazione indebita, in due casi che potrebbero costarle l’ergastolo se giudicata colpevole. Alla leader del Bangladesh Nationalist Party, già primo ministro per due volte, sono contestate somme per 650mila dollari. La corte anti-corruzione ha respinto la richiesta di rinvio del processo, già avvenuto altre volte in passato. L’imputata non era tuttavia presente in aula per ragioni di sicurezza.

[Foto credit: saudigazette.com]