Oggi in Asia – L’India non dà asilo a Snowden

In by Simone

Niente asilo politico in India per Snowden. Per Delhi non ci sono ragioni per accettare la richiesta della fonte delle inchieste sullo spionaggio Usa. Lo Sri Lanka censura il Time per la copertina sul monaco fondamentalista birmano e le imprese sudcoreane chiedono azioni sulla vicenda Kaesong. INDIA – Nessun buon motivo per dare asilo a Snowden

Anche l’India entra nell’affaire Snowden. Ieri, come rivela il quotidiano di Mumbai Daily News and Analysis, Delhi ha reso noto di aver ricevuto e rifiutato una richiesta d’asilo proveniente da Edward Snowden datata 30 giugno.

"La nostra ambasciata a Mosca ha ricevuto una comunicazione (…) da Edward Snowden. Questa conteneva una richiesta di asilo. Abbiamo attentamente esaminato la richiesta e, a seguito del vaglio, abbiamo concluso che non abbiamo ragioni per accettare la richiesta", così il portavoce del Ministro degli Affari Esteri indiano, Syed Akbaruddin. Il rifiuto di Delhi arriva un giorno dopo la richiesta di Washington agli alleati di non concedere asilo al trentenne esperto informatico e alcuni giorni dopo la visita ufficiale di John Kerry.

Snowden, in fuga dal 23 giugno scorso e ora ufficialmente ricercato dai servizi di sicurezza Usa per aver infranto le leggi sullo spionaggio, si troverebbe ancora in Russia, nella zona di transito dell’aeroporto Sheremetyevo.

SRI LANKA – Censurato il Time

Dopo il Myanmar è il turno dello Sri Lanka di censurare l’edizione del Time con in copertina il monaco nazionalista birmano Wirathu. “Il volto del terrore buddhista” come è stato definito nella controversa prima pagina del settimanale statunitense.

Non permetteremo la distribuzione del numero perché potrebbe urtare la religiosità dei lettori”, ha detto un portavoce del dipartimento delle Dogane citato dall’agenzia France Presse.

Come il Mynamar anche nello Sri Lanka a maggioranza buddhista ci sono stati episodi di intolleranza e violenza contro la minoranza musulmana. Wirathu è considerato uno degli ispiratori di questa ondata di discriminazione che mette in discussione l’immagine del buddhismo tollerante e non violento.

Nell’ultimo anno gli scontri settari in Myanmar hanno fatto almeno 250 morti, l’ultima ondata di violenze risale allo scorso marzo, quando le vittime furono almeno 44. Nello Sri Lanka gruppi di monaci fondamentalisti si sono schierati contro la certificazione halal della carne macellata secondo i precetti islamici. Le violenze hanno avuto come bersaglio moschee ed esercizi commerciali gestiti da musulmani.

COREA DEL SUD – Le imprese di Kaesong chiedono sostegno

La pazienza delle piccole e medie imprese sudcoreane del complesso industriale di Kaesong sta finendo. La produzione è ferma nell’area congiunta dove le società davano lavoro a 53mila nordcoreani prima che Pyongyang decidesse di richiamarli ormai due mesi fa, nel mezzo delle tensioni scatenate dal test nucleare del regime a febbraio.

Gli imprenditori hanno esortato oggi il governo di Seul a sostenerli per trasferire macchinari e componenti da Kaesong, nella parte meridionale della Corea del Nord, a qualche altro complesso al Sud o in Paese terzo. “Le aziende possono sopravvivere e tenere fede ai contratti con i clienti soltanto trasferendo le attrezzature”, ha detto Kim Hak-gwon in rappresentanza di 46 produttori.

Un incontro tra i due governi per risolvere la questione e riavviare il dialogo tra le Coree era saltato appena un mese fa per motivi di protocollo.

[Foto credit: bloomberg.com]