Islamabad e Delhi litigano per un errore nel comunicare il nome di un detenuto indiano graziato dal presidente pachistano. Il premier tibetano difende le auto-immolazioni dagli attacchi di Pechino e le Filippine possono vantarsi delle proprie risaie a terrazza.
INDIA – Il Pakistan annuncia il rilascio del detenuto sbagliato
Surjeet Singh sarà scarcerato, non Sarabjiy Singh. È durato poco l’entusiasmo in India quando dal Pakistan si era diffusa la notizia della grazia concessa a Sarabjit Singh, da 21 anni nel braccio della morte di un carcere pachistano perché ritenuto coinvolto in una serie di attentati che nel 1990 fecero 14 morti a Lahore e Multan.
Poche ore dopo è arrivata la smentita. Ad essere liberato sarà invece Surjeet Singh in carcere da 30 anni per spionaggio. Segno della confusione che regna in Pakistan ha sottolineato il corrispondente della Bbc.
Per la stampa indiana il clamore sarebbe invece servito a coprire le notizie sull’arresto e gli interrogatori di Syed Zabiuddin Ansar considerato una delle menti degli attacchi terroristici a Mumbai del 2008 che fecero 166 morti e per i quali il governo indiano ritiene responsabile il gruppo fondamentalista Lashkar-e-Taiba, con il sostengo di settori dell’esercito di Islamabad.
L’India chiede comunque la scarcerazione di Sarabjiy che ha visto la sua condanna commutata dalla pena capitale all’ergastolo. In Pakistan non di rado accade che molti condannati all’ergastolo siano liberati dopo quattordici anni. Per l’India, avendone già oltre venti in carcere, Sarabijy Singh avrebbe ampiamente scontato la pena.
TIBET – Lobsang Sangay: auto-immolazioni richiesta di libertà
Le auto-immolazioni sono il modo con cui oppressi e disperati vogliono rivendicare la propria libertà. Il primo ministro tiberano in esilio, Lobsang Sangay ha risposto così alle accuse del governo cinese che ha bollato come atti di terrorismo l’estremo gesto, additando la leadership tibetana in esilio in India come responsabile morale.
“E’ un atto politico”, ha detto Sangay intervistato dal Sydney Morning Herald, “le manifestazioni pacifiche non sono permesse. Il messaggio che lanciano è un bisogno di libertà. A loro il governo cinese ha risposto chiudendo la regione al mondo esterno”. Dal 2009 sono già 42 i tibetani che si sono dati fuoco per protesta contro l’occupazione cinese
FILIPPINE – Salve le risaie a terrazza
Le risaie a terrazza filippine non sono più nella lista dei patrimoni dell’umanità a rischio. I monumenti culturali con oltre due millenni di storia erano considerati in pericolo dal 2000.
Il governo di Manila, con il sostegno della comunità internazionale e dell’Unesco, è però riuscito a migliorare la gestione e la conservazione di questo patrimonio culturale minacciato da cambiamenti climatici, deforestazione e terremoti.
Le risaie che si trovano nella regione montagnosa delle Cordilleras era erano entrate nel patrimonio Unesco nel 1995 perché considerate “espressione delle tradizioni sacre e del quilibrio sociale, capaci di creare un panorama che rappresenta l’armonia tra uomo e natura”.
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