Oggi in Asia – Le promesse di Park Geun-hye

In by Simone

La favorita alla presidenza della Corea del Sud pronta a incontrare Kim Jong-un. I rifugiati birmani potranno presto tornare in patria dalla Thailandia mentre in Cambogia non si placano le intimidazioni contro gli ambientalisti.
COREA DEL SUD – Park apre a un incontro con Kim Jong-un

Park Geun-hye è disposta a incontrare Kim Jong-un. Se eletta presidente della Corea del Sud a dicembre, la leader del partito conservatore potrebbe imprimere una svolta nei rapporti con il regime di Pyongyang, abbandonando la linea del muro contro muro dell’attuale capo di Stato e suo compagno di partito, Lee Myung-bak.

Penso che un incontro faccia a faccia possa aiutare a migliorare le relazioni tra le due Coree”, ha detto in conferenza stampa come riporta il Dong-a Ilbo.

Per Park, figlia del dittatore che guidò il Sud della penisola coreana tra gli anni Sessanta e Settanta, non sarebbe la prima volta. Già nel 2002 si incontrò a Pyongyang con l’allora leader nordcoreano Kim Jong-il, morto a dicembre.

Park ha inoltre annunciato che aprirà un tavolo con i nordcoreani per la trasformazione delle acque contese nel Mare giallo in una riserva di pesca e per sviluppare i progetti economici congiunti come stabilito dall’accordo del 2007,il secondo dopo quello del 2000 raggiunto dalla precedente presidenze liberale.

Progetti e obiettivi che l’amministrazione Lee ha di fatto congelato mettendo come condizione il disarmo nucleare di Pyongyang.

BIRMANIA – il futuro rientro dei rifugiati in Thailandia

I rifugiati birmani in Thailandia potranno fare ritorno in patria entro l’anno. Lo ha annunciato il Consiglio per la sicurezza nazionale tailandese come risultato dei colloqui avuti tra i due Paesi la scorsa settimana. Il governo birmano, ha spiegato Bangkok, sta sminando i terreni al confine e costruendo campi di accoglienza.

In Thailandia vivono circa 120mila rifugiati birmani, in gran parte di etnia Shan e Karen, in fuga dalla guerra che vede le milizie etniche contrapposte allo Stato centrale.

La nota del Consiglio di sicurezza nazionale è arrivata quasi in contemporanea con l’ultimo rapporto di Human Rights Watch che condanna Bangkok per il mancato rispetto degli standard internazionali per l’assistenza ai rifugiati. La Thailandia non ha ratificato la convenzione Onu sui rifugiati del 1951 e non ha leggi per proteggerli dagli abusi della polizia e da arresti arbitrari.

In un altro sviluppo delle riforme in corso nel Paese dei pavoni, il governo parallelo in esilio ha annunciato il suo scioglimento per favorire il processo di riconciliazione. L’organismo era stato formato dopo l’intervento dei generali che impedirono l’insediamento del Parlamento uscito dalle elezioni del 1990. I membri sono i gran parte militanti della Lega nazionale per la democrazia, il partito di Aung San Suu Kyi oggi nel Parlamento ufficiale, ed esponenti delle forze politiche etniche.

CAMBOGIA – Militari arrestati per la morte del giornalista

Un agente della polizia militare cambogiana è stato arrestato nell’ambito delle indagini per l’omicidio di Hang Serei Oudum, giornalista impegnato nel raccontare il contrabbando di legname nella regione settentrionale di Ratanakiri.

L’omicidio è l’ultimo attacco in ordine di tempo contro gli attivisti ambientalisti del Paese. Hang Serei Oudun è stato ucciso con un colpo di ascia alla testa.

Nel suo ultimo articolo il giornalista aveva accusato il figlio dell’agente, a sua volta nella polizia, di essere coinvolto nel contrabbando di legname trasportato in veicoli militari e chiedere il pizzo a chi commercia legalmente

Secondo i dati delle Nazioni unite citati dall’AFP, il commercio illegale di legname ha contribuito alla deforestazione del Paese. Le foreste cambogiane sono passate dal ricoprire il 73 per cento del territorio nel 1990 all’attuale 57 per cento.

[Foto credit: alvinet.com]