In Corea del Sud il nuovo presidente sudcoreano, Park Geun-hyee, pensa di stabilire un nuovo ufficio governativo per la sicurezza nazionale. In Bangldesh, continua la lotta ai collaborazionisti del Pakistan, dove continuano i guai per Ashraf. Venerdì scorso, un poliziotto che indagava sul premier è stato trovato morto. COREA DEL SUD – L’ufficio della sicurezza nazionale di Park
Potrebbe esserci anche un ufficio per la sicurezza nazionale nel nuovo governo sudcoreano, direttamente sotto le dipendenza del capo di Stato Park Geun-hye.
Compito dell’ufficio sarà dare risposta alle ipotetiche crisi che Seul si troverà ad affrontare a causa una situazione della sicurezza che "evolve rapidamente”. La Corea del Nord sarà l’osservato speciale, in particolare dopo il riuscito lancio di un razzo a lungo raggio lo scorso dicembre e per le indiscrezioni su un ipotetico terzo test nucleare di Pyongyang.
La figlia dell’ex dittatore Park Chung-hee, prima donna presidente della Corea del Sud, ha puntato molto sulla sicurezza nazionale, non chiudendo tuttavia le porte al dialogo, seppur condizionato, con il regime nordcoreano.
BANGLADESH – Religioso condannato come criminale di guerra
Il controverso tribunale speciale bangladeshio per i crimini di guerra ha condannato a morte in contumacia il religioso Abul Kalam Azad, accusato della morte di sei hindu e di stupro durante la guerra per l’indipendenza da Islamabad nel 1971. Il religioso è membro del partito islamico Jamaat-e-islami e durante il conflitto si schierò con le milizie vicine al Pakistan, Paese dove si ritiene abbia trovato riparo.
Il verdetto è considerato una vittoria per la premier Sheikh Hasina e per il suo partito, l’Awami League, che hanno fatto della lotta contro i collaborazionisti una priorità del proprio mandato. Secondo le stime del governo furono almeno 3 milioni i morti durante al guerra d’indipendenza, sebbene altri studi calcolino possano essere tra i 300mila e 500mila.
Tutti gli imputati negano le accuse mosse e accusano il governo di portare avanti una vendetta politica.
PAKISTAN – Commissione d’inchiesta sulla morte del poliziotto
Il governo pakistano ha istituito una commissione d’inchiesta sulla morte di un poliziotto coinvolto nelle indagini su un caso di corruzione che tocca il primo ministro, Raja Pervez Ashraf.
Il cadavere di Kamran Faisal, questo il nome dell’agente morto, era stato ritrovato venerdì nell’ostello dove viveva assieme ai suoi colleghi. Secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe suicidato, ma la famiglia ha sollevato perplessità per alcune contusioni sul corpo.
Il caso è esploso alla fine di una settimana convulsa per il Pakistan, segnata dalla protesta del religioso Tahir-ul Qadri che per quattro giorni ha preso d’assedio il Parlamento contro la politica corrotta, trovando poi un accordo con il governo, e dall’ordine d’arresto della Corte suprema contro il premier Ashraf accusato di aver intascato tangenti quando era a capo del ministero dell’Energia.
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