Human Rights Watch denuncia il clima di violenza attorno agli sciiti in Pakistan all’indomani delle bombe di Quetta. Il governo giapponese vare un pacchetto di stimolo all’economia da 170 miliardi di euro e centinaia di rohingya sono stati salvati dalle mani di trafficanti.
PAKISTAN – HRW denuncia la violenza contro gli sciiti
Cresce la violenza contro gli sciiti in Pakistan e molte comunità vivono in uno stato di assedio. La denuncia di Human Rights Watch arriva all’indomani della duplice esplosione che ha fatto almeno 80 morti in una sala da biliardo a Quetta, capoluogo del Belucistan, preceduta da un altro ordigno in un mercato che porta il bilancio delle morti a oltre 100. Sempre ieri altre 21 persone sono morte per l’esplosione di una bomba vicino a Mingora nella valle nordoccidentale di Swat.
A rivendicare le bombe di Quetta è stato il gruppo sunnita Lashkar-e-Jangvi. I leader sciiti hanno chiesto la presenza dell’esercito in città criticando apertamente il capo delle Forze armate, generale Ashfaq Kayani, e hanno proclamato tre giorni di lutto.
La provincia del Belucistan è flagellata sia da una ribellione separatista sia dalla violenza settaria e dagli attacchi talebani al confine con l’Afghanistan.
GIAPPONE – Lo stimolo di Abe all’economia
Il governo giapponese ha varato un pacchetto di stimolo all’economia da 170 miliardi di euro. La terza potenza economica al mondo è in fase di recessione, con le esportazioni colpite dalla crisi globale e il calo dei consumi interni. Le misure approvate dal governo conservatore di Abe Shinzo, in carica da poche settimane, garantiranno secondo l’esecutivo una crescita del 2 per cento e creeranno 600mila posti di lavoro. Le misure includono infrastrutture e incentivi alle imprese per favorire gli investimenti.
La strategia basata su spesa pubblica e acquisto del debito fatti dalla banca centrale non è senza rischi se si considera che il debito pubblico nipponico è uno dei più alti al mondo.
THAILANDIA – Rohingya salvati, ma pronti al rimpatrio
La polizia tailandese ha salvato da trafficanti almeno 400 rohingya che saranno ora rimpatriati in Birmania. Secondo quanto riporta il quotidiano The Nation, i rohingya sarebbero stato trattenuti per mesi in una piantagione di alberi da gomma nella provincia meridionale di Songkhla. I presunti trafficanti pianificavano di vendere le loro vittime per quasi 2.000 dollari l’una a clienti in Malaysia dove sarebbero stati usati per lavorare sui pescherecci.
Musulmani di origine bangladeshi, i rohingya sono considerati immigrati irregolari dal governo birmano e dalla popolazione. Sono perciò discriminati ed è negata loro la cittadinanza. Dalla scorsa estate diverse ondate di scontri nello Stato nordoccidentale di Rakhine hanno fatto almeno 180 morti e decine di migliaia di sfollati
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