Guidata da un religioso tornato dal Canada prosegue verso Islamabad una marcia per chiedere riforme in vista delle parlamentari. Nello Sri Lanka il giudice supremo è stato licenziato e il Cambogia ennesimo stop per il processo contro i leader dei khmer
PAKISTAN – La lunga marcia di Qadri
Migliaia di pakistani si sono messi in marcia da Lahore diretti verso la capitale Islamabad per chiedere riforme politiche e denunciare la corruzione.
Alla guida della protesta il religioso Tahirul Qadri tornato il mese scorso dal Canada e impostosi all’attenzione con la richiesta di un governo di transizione che coinvolga anche militari e potere giudiziario con il compito di gestire le elezioni parlamentari dei prossimi mesi dopo lo scioglimento a marzo dell’attuale esecutivo, il primo a essere arrivato alla scadenza naturale del proprio mandato.
Secondo quanto riporta la Bbc, Qadri e i suoi sostenitori sono già stati avvisati che non sarà permesso loro l’ingresso nella capitale. Sulla figura del religioso pesano tuttavia le accuse di connivenza con il potente esercito pakistano, che secondo i critici lo sta usando per riaffermare il proprio controllo sulla politica.
SRI LANKA – Licenziato il giudice supremo
Il presidente dello Sri Lanka ha ratificato il voto parlamentare con cui è stata licenziata il giudice supremo Shirani Bandaranayake. Il Parlamento,dominato dai fedelissimi del capo di Stato Mahinda Rakapakse, ha deciso la destituzione del giudice supremo in base ad accuse di corruzione che l’interessata ha sempre respinto.
L’episodio è l’ennesimo scontro tra il presidente e i suoi ipotetici oppositori. Alcuni commentatori hanno ammonito sul rischio di una crisi costituzionale che potrebbe paralizzare il sistema giudiziario. Gli avvocati hanno recentemente boicottato le aule in segno di protesta contro la procedura di impeachment. Il sostituto di Bandaranayake sarà nominato dallo stesso presidente.
CAMBOGIA – Processo ai khmer rossi sospeso per il ricovero del “fratello n.2”
Il tribunale penale per la Cambogia ha aggiornato il processo contro i leader dei Khmer rossi alla sbarra per le condizioni di salute di uno degli imputati.
Il “fratello numero 2”, Nuon Chea, di 86 anni, è stato ricoverato per una bronchite acuta. Non è chiaro quanto siano serie le condizioni dell’ideologo del regime di Pol Pot che governò il Paese tra il 1975 e il 1978.
Assieme a Nuon Chea sono imputati anche Ieng Sary, ex ministro degli Esteri, e al capo di Stato, Khieu Samphan, tutti ottuagenari.
L’utopia di instaurare una società collettivista agraria in Cambogia provocò circa 2 milioni di morti per la fame e gli stenti o che persero la vita nei campi di prigionia.
[Foto credit: drtahirulqadri.com]