Oggi in Asia – La lotta filippina contro la corruzione

In by Simone

Nelle Filippine una condanna per evasione fiscale fa notizia, perché rompe la consueta impunità. A Delhi, il segretario agli Esteri pachistano sceglie di incontrare i separatisti kashmiri prima dei colloqui con il suo omologo indiano mentre la Birmania libera 20 prigionieri politici.
FILIPPINE – Aquino lotta contro la corruzione

La condanna a quattro anni di carcere per evasione fiscale dell’imprenditrice Gloria Kintanar può essere considerata una vittoria del presidente filippino Benigno Aquino. “Finalmente qualcuno è andato in cella per un reato legato ai colletti bianchi”, ha dichiarato il capo di Stato informato della condanna durante un’intervista con la Reuters.

Finalmente sembra cadere la cultura dell’impunità che ha bloccato il Paese. Un terzo dei 94 milioni di filippini vive oggi sotto la soglia di povertà. Secondo gli analisti il salto di qualità dell’economia filippina, impegno di Aquino preso durante la campagna per le presidenziali due anni fa, sarà possibile soltanto con la lotta contro la corruzione e l’evasione.

Un colpo è stato assestato con la destituzione dell’ex giudice della corte suprema Ranato Corona, sempre per corruzione. Condanna cui potrebbe seguire quella dell’ex presidente Gloria Arroyo.

Secondo Reuters, le società filippine sono oggi le più ottimiste in Asia. La condanna di Kintanar dopo un processo iniziato nel 2005 è la prima per un personaggio influente, mentre in passato erano scampati alla condanna Imelda Marcos, moglie dell’ex dittatore Ferdinand Marcos e oggi senatrice, e il magnate Lucio Tan.

INDIA – Gli incontri scomodi del segretario agli Esteri pachistano a Delhi

Sarà l’arresto di Zabiuddin Ansari, presunto organizzatore degli attentati a Mumbai nel 2008, a dominare l’incontro oggi a Delhi tra il segretario agli Esteri pachistano, Jalil Abbas Jilani, e il suo omologo indiano Ranjan Mathai.

Sarebbe infatti proprio dal Pakistan che il presunto terrorista avrebbe diretto l’assalto assieme a Hafiz Saeed, leader del gruppo Lashkar-e-Taiba. E sebbene i due Paesi stiano iniziando a riallacciare il dialogo, che si sta lentamente riprendendo dopo il gelo per l’attentato che fece 166 morti, i rappresentanti indiani non mancheranno di fare pressioni su Jilani per il ruolo avuto dai pachistani.

Ad infuocare la riunione sarà però la decisione del segretario pachistano di incontrare i leader separatisti kashmiri. Una mossa difficilmente digeribile dalla controparte indiana, proprio mentre i due governi si apprestano a discutere della sicurezza nella regione contesa e che ha già fatto scattare le reazioni della stampa.

L’incontro di domani avrebbe dovuto essere preliminare al vertice ministeriale da tenersi a metà luglio a Islamabad, rinviato ad agosto perché in concomitanza del voto per le presidenziali indiane del 19 luglio.

BIRMANIA – Libertà per i prigionieri politici

Sono stati almeno 20 i prigioni politici birmani scarcerati oggi nell’ambito di un‘amnistia presidenziale. La decisione, scrive la stampa ufficiale, è stata presa per promuovere la stabilità e la riconciliazione nazionale nel Paese, che ha intrapreso un lento cammino di riforma politica ed economica.

La leader dell’opposizione democratica Aung San Suu Kyi ha però esortato il governo del presidente Thein Sein a procedere con la scarcerazione di tutti i 330 prigionieri di coscienza ancora nelle prigioni birmane.

Le figure di spicco del movimento democratico erano state liberate già lo scorso gennaio, tra loro diversi monaci che guidarono la cosiddetta rivoluzione zafferano del 2007 e numerosi leader studenteschi del 1988. Tra i prigionieri scarcerati oggi c’è Than Zaw, militante dell’ala giovanile della Lega nazionale per la democrazia, in cella dal 1989 per un presunto attentato dinamitardo.

Secondo gli analisti, il vero test per le riforme sarà tuttavia il grado di libertà di cui gli attivisti godranno nell’esercitare il loro diritti politici e civili.

[Foto credit: eastasiaforum.org]