Lo Stato islamico chiede un riscatto di 200 milioni di dollari al governo giapponese per liberare due ostaggi di nazionalità giapponese. Intanto l’allarme Isis si diffonde anche in Corea del Sud dove c’è preoccupazione per un 18enne che potrebbe essersi unito ai militanti islamisti. Le azioni a tutela delle tigri in India stanno dando frutti.
GIAPPONE – Isis chiede di pagare 200 milioni in riscatto per due ostaggi.
Tre giorni, 72 ore di tempo, al governo di Tokyo per pagare esattamente la stessa somma promessa dal primo ministro Abe ai paesi che lottano contro lo Stato islamico (200 milioni di dollari) o la morte di due ostaggi giapponesi in mano agli islamisti.
È questa la richiesta presentata da un militante probabilmente affiliato all’Isis pubblicata questa mattina in Rete e diretta al governo di Tokyo e alla popolazione giapponese. I due sono un giornalista indipendente, Kenji Goto, e un dipendente di un’azienda di contractor militari, Haruna Yukawa, sequestrato ad agosto dello scorso anno in Siria.
Shinzo Abe, il primo ministro giapponese che nel frattempo si trova in visita in Medio Oriente, da Gerusalemme fa sapere che Tokyo non cederà e condanna l’atto terroristico. La linea del premier è stata confermata anche dal capo portavoce del governo giapponese Yoshihide Suga. La Nhk, la tv pubblica giapponese, rivela inoltre che è prevista in queste ore una riunione di emergenza dei ministri per decidere una strategia di risposta.
COREA DEL SUD – 18enne forse unitosi all’Isis
Potrebbe essersi unito all’Isis il diciottenne sudcoreano scomparso dallo scorso 10 gennaio, giorno in cui era arrivato in Turchia. Secondo quanto rivela un giornale locale, il ragazzo avrebbe avuto uno scambio di email con presunti islamisti. Le ultime immagini che lo riprendono sono alcuni filmati di sicurezza, il giovane, il cui cognome e Kim, è ripreso davanti a un hotel di Kills, vicino al confine con la Siria, mentre sale su un pulmino assieme a un uomo non identificato.
I due avrebbero poi preso un auto con targa siriana, non lontano dal campo rifugiati a Besiriye. Sebbene non ci siano prove certe di un suo coinvolgimento con lo Stato islamico, il governo sudcoreano non esclude l’ipotesi, spiega l’agenzia Yonhap. Maggiori dettagli sulle indagini saranno presentati domani dalla polizia sudocoreana
INDIA – Buoni risultati dalla tutela delle tigri
Gli sforzi del governo indiano per la tutela delle tigri stanno dando frutti. Gli esemplari presenti nel paese sono aumentati di circa un terzo negli ultimi quattro anni. Secondo quanto annunciato dal ministro per l’Ambiente, Prakash Javadekar, l’anno scorso le tigri censite sono state 2.226 contro una popolazione di 1.706 nel 2011. Il ministro ha pertanto avuto buon gioco a lodare le iniziative prese dal governo, definendo i dati una “grande storia di successo”.
La popolazione delle tigri è in calo in tutto il mondo, non in India, ha sottolineato nel suggerire che le misure prese da Delhi per la tutela dei felini possano essere usati anche all’estero.