Alcuni intellettuali indiani – tra cui Salman Rushdie, Homi K. Baba e l’artista Anish Kapoor – hanno compilato un appello contro il candidato forte delle elezioni indiane, Narendra Modi. In Vietnam sono stati liberati due blogger dissidenti, dopo numerose pressioni dalla comunità internazionale. Come si entra in Samsung. INDIA – Appello contro Modi sul Guardian
Un appello contro Narendra Modi, il candidato favorito alle elezioni indiane di questo mese, è comparso a fine della scorsa settimana sul sito del quotidiano inglese The Guardian.
Firmata tra gli altri dallo scrittore Salman Rushdie, l’accademico Homi K Bhaba, l’artista Anish Kapoor, il produttore cinematografico Sashi Kumar e alcuni membri del parlmanto inglese, la petizione chiede al candidato del partito nazionalista Bharatiya Janata Party (BJP) di rendere scuse pubbliche in riferimento agli avvenimenti del 2002 in Gujarat, duranti i quali la minoranza musulmana fu vittima di una violenta persecuzione.
Secondo alcune fonti oltre duemila tra uomini, donne e bambini persero la vita negli scontri con attivisti nazionalisti hindu. Modi, chief minister dello stato, è da più parti accusato di aver approvato – con l’appoggio delle forze di polizia – se non dato inizio alle violenze.
“Se [Modi] dovesse essere eletto primo ministro – si legge nel testo dell’appello – sarebbe dannoso per il futuro dell’India come paese che accoglie l’ideale di inclusione e protezione per tutte le sue genti e comunità”.
Matteo Miavaldi sta seguendo le elezioni indiane 2014 per China Files. Twitta da @majunteo
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Modi: un self-made man parafascista
VIETNAM – Liberi due dissidenti
Due dissidenti vietnamiti di primo piano sono stati liberati a stretto giro da un’altra recente scarcerazione, mentre il Paese continua a subire la pressione internazionale in tema di tutela dei diritti umani. Il blogger Nguyen Tien Trung ha confermato la sua liberazione all’agenzia France Presse.
Con lui lascia il carcere anche l’ex funzionario del Partito comunista, ora attivista per i diritti civili, Vi Duc Hoi. Il primo stava scontando una condanna a sette anni per atti sovversivi contro l’amministrazione, che sarebbe terminata il prossimo gennaio, mentre il secondo era stato condannato a cinque anni per propaganda contro lo stato.
La scorsa settimana a lasciare il carcere era stato, Cu Huy Ha Vu, altro oppositore di primo piano, cui è stato concesso di trasferirsi negli Stati Uniti.
COREA DEL SUD – Attitudine da Samsung
Lavorare alla Samsung è uno dei posti più ambiti tra i sudcoreani. In almeno 100mila hanno partecipato ai test attitudinali per le assunzioni nella prima metà dell’anno del colosso che da solo conta per un quarto del Pil del Paese.
Non è ancora chiaro in quanti troveranno lavoro nel conglomerato, sebbene si parli di circa 4mila nuovi dipendenti. L’attenzione è soprattutto sui nuovi criteri di selezioni decisi a gennaio, che tra le altre regole prevede che i candidati abbiamo una lettera di raccomandazione del preside del college da cui provengono.
[Foto credit: theguardian.com]