L’India affronta il primo giorno chiave delle elezioni generale: 110 milioni di persone chiamate a votare in oltre 90 circoscrizioni, un quinto del parlamento in gioco. Anche in Indonesia è tempo di elezioni e si moltiplicano le ipotesi di alleanze per Jowiki favorito del voto. Accordo tra premier cambogiano e l’opposizione.INDIA – Primo giorno chiave per le elezioni generali
Oggi, 10 aprile, è il primo grande election day delle elezioni generali indiane, un giorno cruciale nella sfida tra il partito del Congress, attualmente al governo, e il Bharatiya Janata Party di Narendra Modi.
Si è votato nella capitale Delhi e in altri 14 stati, in totale in oltre 90 circoscrizioni. In termini di elettorato, gli aventi diritto chiamati oggi a recarsi alle urne sono 110 milioni. In palio per gli schieramenti principali c’è quasi un quinto dei seggi in parlamento. A Delhi, riporta IndiaToday, la percentuale di affluenza alle urne alle 17 è stata del 64 per cento, superando il record del 2009.
Bbc racconta di code davanti ai seggi fin dalla prima mattina e di sicurezza ai massimi livelli di allerta. Migliaia di agenti delle forze dell’ordine sono stati impiegati per garantire la sicurezza delle stazioni di voto.
Due soldati sono rimasti uccisi e tre feriti nell’esplosione di una mina antiuomo nello stato orientale del Bihar, dove è forte la presenza dei ribelli maoisti. Le operazioni di voto non hanno però subito cambiamenti di sorta.
I media indiani raccontano oggi lo scontro a distanza tra i due candidati forti: Rahul Gandhi, candidato premier del Congress, che oggi si è recato a votare con la madre Sonia, presidente del partito oggi al governo, e la sorella Priyanka, ha accusato il Bjp di aver copiato il manifesto del suo partito e ha messo in dubbio la capacità di NaMo, dato per favorito dagli analisti di essere una buona “vedetta” per l’India. “Le chiavi del paese non possono essere lasciate nelle mani di una persona sola”, ha detto Gandhi durante un comizio.
Intanto il quotidiano The Hindu richiama in un editoriale al bisogno di costruire una cultura di tolleranza nella società indiana: è chiara qui la critica alle posizioni nazionaliste del Bjp.
Matteo Miavaldi sta seguendo il voto in India per China Files. Twitta da @majunteo
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CAMBOGIA – Hun Sen trova l’accordo con l’opposizione
La crisi politica cambogiana che si protrae dalle contestate elezioni dello scorso luglio potrebbe essere arrivata a un punto di svolta. Il primo ministro Hun Sen, uomo forte del Paese da oltre 28 anni, ha annunciato di aver raggiunto una bozza di accordo con l’opposizione del Partito per la salvezza nazionale di Sam Rainsy.
I leader dei due schieramenti potrebbero incontrarsi già domani nel palazzo reale. Secondo il premier la condizione è che anche il numero due dell’opposizione condivida l’intesa raggiunta con Sam Rainsy.
Dalle elezioni dello scorso luglio i 55 deputati dell’opposizione boicottano le sedute del parlamento e chiedono un’indagine indipendente sulle presunte irregolarità. L’intesa, ha spiegato Hun Sen dovrebbe prevedere che le prossime elezioni generali, previste a luglio del 2018 siano anticipate di cinque mesi.
Indonesia – A Jowiki potrebbero servire le alleanze
Opposizione in vantaggio nelle legislative indonesiane, ma il favorito Partito democratico di lotta potrebbe dover ricorrere alle alleanze per candidare il popolare governatore di Jakarta, Joko Widodo alle presidenziali di luglio.
A un primo scrutinio il partito ha preso il 19 per cento delle preferenze, sotto la soglia del 25 per cento che gli permetterebbe di esprime da solo un candidato presidente. I risultati ufficiali saranno annunciati a maggio. In palio oltre ai 560 seggio del parlamento nazionale c’erano 19mila scranni nelle assemblee locali.
Seconda forza politica, come da previsioni, è stato il Golkar, erede del potere del dittatore Suharto, terzo il Movimento per la grande Indonesia. Mentre arriva soltanto al 10 per cento il Partito democratico del presidente uscente Susilo Bambang Yudhoyono.
[Foto credit: bbc.co.uk]